mercoledì 17 dicembre 2008

Il processo logico della pianificazione strategica in 5 fasi (parte 5): il Budget delle vendite


A questo punto dovete verificare che i risultati della vostra analisi del punto di pareggio sia compatibile con il vostro mercato potenziale.
Non vi si chiede di acquistare o realizzare una lunga o costosa ricerca di mercato vera e propria, al momento, ma solo di effettuare uno studio su quanti potenziali clienti potremmo avere.

Create una tavola di analisi di mercato, con le quantità stimate di clienti per gruppi di bisogni serviti (segmentazione) ed il tasso di crescita previsto per ogni gruppo.


Budget delle vendite
in termini di quantità che si prevede di vendere 
200X 200X+1 200X+2
Prodotto 1 30 40 70
Prodotto 2 50 70 100
Prodotto 3 200 300 500





Moltiplicando le quantità per i prezzi che si prevede di praticare sui singoli prodotti e per i singoli anni, otteniamo i fatturati previsti.

Budget delle vendite
in termini di fatturato che si prevede di realizzare
200X 200X+1
Prodotto 1 10.000,00 20.000,00
Prodotto 2 5.000,00 12.000,00
Prodotto 3 40.000,00 65.000,00
Totale fatturato 55.000,00 97.000,00




(continua...)


(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)



mercoledì 10 dicembre 2008

Il processo logico della pianificazione strategica in 5 fasi (parte 4): l'analisi del Punto di Pareggio (Break-even Analysis)

Attraverso l'analisi del break-even, si possono anche calcolare quali saranno, in prospettiva, i profitti che l’azienda può attendersi dal prodotto.

Per determinare il punto di break-even di un prodotto, si può usare la seguente formula:

BEP in termini di prodotti da realizzare:
Qp = CF/(p-cv)

Dove:

Qp = punto di break-even (cioè le quantità da minime da produrre per poter coprire tutti i costi fissi e variabili)
CF = costi fissi totali
p = prezzo di un’unità prodotta
cv = costo variabile di un’unità prodotta


I costi variabili sono quelli che aumentano o diminuiscono a seconda dei volumi di produzione o di vendita.
I costi fissi, invece, sono costanti, indipendentemente dalla quantità prodotta o venduta.

Se al numeratore aggiungiamo anche gli utili attesi U, possiamo avere il punto di pareggio in corrispondenza dell’utile che l’imprenditore attende come remunerazione del suo rischio e del suo impegno.

Qp = (CF+U)/(p-cv)

Dove:

U = utili attesi

BEP in termini di fatturato da realizzare
Fp = (CF+U)/((p-cv)/p)

Dove:

Fp = fatturato di pareggio, cioè il fatturato minimo da raggiungere per coprire tutti i costi fissi e variabili.

(continua...)


(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)



martedì 2 dicembre 2008

Il processo logico della pianificazione strategica in 5 fasi (parte 3): nel mini-plan ponetevi degli obiettivi chiari

Questo punto della pianificazione della vostra impresa è FONDAMENTALE:

Ponetevi degli obiettivi chiari

Soprattutto se intendete fare impresa con un socio, dovete metterli per iscritto per essere sicuri di condividere con i soci gli stessi obiettivi.

Gli obiettivi, per non essere semplici e generici desideri da sogno nel cassetto, devono essere:

S = Specifici
M = Misurabili
A = Accessibili
R = Rilevanti
T = Tempificabili, cioè con precise date di inizio e fine azione

Le vostre possibilità di implementazione del piano dipendono dall'essere in grado di tenere traccia dei progressi e di misurare i risultati via via ottenuti, a verifica che state camminando sul corretto persorso per raggiungere i vostri obiettivi.

Fate una lista di 3 o 4 obiettivi. Una lista più lunga rende più difficile mantenersi focalizzati sugli obiettivi, e la focalizzazione sui propri obiettivi, soprattutto nel fare impresa, è vitale.

Iniziate suddividendo gli obiettivi in base all'orizzonte temporale:

1) obiettivi per il prossimo anno

2) obiettivi per i prossimi 3 o 5 anni


La focalizzazione è davvero molto importante!!!

Quasi tutti i business dipenderanno soprattutto da 3 o 4 fattori dominanti.
Individuateli e lavorateci intorno considerandoli come prioritari. In questo primo processo di valutazione non perdetevi nei dettagli del business. Avrete modo di approfondirli nel Business Plan, sempre che la vostra idea di business.

Liste di più di 3 o 4 priorità sono normalmente meno efficaci.


(continua...)


(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)



lunedì 24 novembre 2008

Il processo logico della pianificazione strategica in 5 FASI (parte 2): il MINI-PLAN

Il MINI-PLAN consiste in un piano finalizzato ad una veloce valutazione, a seguito della quale:

1) Potete sviluppare il piano (elaborando il Business Plan)

2) Potete prendere in considerazione l'idea di effettuare maggiori ricerche e/o rivedere l'idea

3) Potete rinunciare e provare qualcos'altro

Il Mini-Plan può essere considerato come un piano completo più semplice e breve, per iniziative molto piccole o per valutare l'appetibilità economica, ancor prima di approfondire altri aspetti successivi, quali la sostenibilità finanziaria.

Quando intendete analizzare una vostra idea di business, è necessario utilizzare un metodo. E ciò anche per evitare che l’innamorarsi della propria idea vi porti a non vedere il business con obiettività. Poiché avviare un’attività di impresa è per definizione un’attività in cui si rischia (denaro, tempo, serenità!) bisogna soffermarsi a lungo sui motivi che vi stanno spingendo a fare impresa e sulle possibilità di sopravvivenza dell’impresa.
La maturazione delle idee imprenditoriali in progetti economicamente validi deve innanzitutto passare attraverso una verifica preventiva della loro fattibilità economica. Saltare questo passaggio può portare alla creazione di imprese senza futuro e ad una elevata mortalità precoce. Successivamente si potrai e dovrete anche verificare la sostenibilità finanziaria e il fabbisogno finanziario. Ma solo successivamente. Non serve verificare la sostenibilità finanziaria di un'iniziativa economicamente non appetibile.
Determinante sarà il vostro bagaglio di conoscenze per poter guardare all'impresa nel suo insieme prima di partire, e di valutare la vostra "idea di impresa" nei suoi diversi aspetti specifici (di mercato, tecnologici, produttivi, commerciali, economico-finanziari) e nella congruenza complessiva.
In mancanza di questo confronto tra "realtà" e "idea imprenditoriale" si verificano due conseguenze opposte, entrambe decisamente negative:
  • uno stato di incertezza tale da rendervi sgomenti sino a farvi desistere dall'iniziativa

oppure
  • l'avvio di imprese sulla base di intuizioni non sottoposte ad alcun controllo preventivo, con tutti i conseguenti notevoli rischi di fallimento.
Nel valutare inizialmente e per verificare nel tempo la validità della vostra idea di business, dovete verificare sempre che, qualunque sia il vostro progetto, sia possibile mettere a punto un progetto imprenditoriale che sappia unire in modo coerente:

1. IL PRODOTTO/SERVIZIO: cosa intendiamo offrire

2. IL MERCATO: a chi lo vogliamo offrire (il mercato prescelto, i clienti)

3. LA STRUTTURA: come realizzaremo l'il prodotto/servizio (la struttura aziendale)


Questi tre elementi costituiscono la c.d. "formula imprenditoriale".
La compresenza di questi tre elementi può servire da "prova del nove" della fattibilità economica di un’impresa. Se uno dei suddetti elementi viene meno l’idea non potrà ritenersi sostenibile economicamente sul mercato. Se viene a mancare la validità economica di un singolo elemento di quelli sopra descritti dovrete lavorare su altre ipotesi, o abbandonare l’idea. Naturalmente, ognuno dei suddetti elementi della formula è strettamente connesso agli altri e tutti sono vicendevolmente influenzati.

(continua...)


(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)


martedì 18 novembre 2008

Il processo logico della pianificazione strategica in 5 FASI (parte 1)

Sia nel caso di un'impresa nuova di cui si voglia valutare l'opportunità di realizzazione che nel caso di un'impresa già esistente è fondamentale PIANIFICARE.

Infatti, in entrambi i casi pianificare serve, tra le altre cose, a:
  • Definire bene il proprio business
  • Definire e fissare obiettivi e programmi per raggiungere quegli obiettivi
  • Definire il fabbisogno finanziario
  • Prevedere le azioni da adottare in caso di difficoltà
  • Supportare una richiesta di prestito
  • Definire accordi tra partners
  • Stabilire il valore di un business in vendita
  • Trovare un partner
  • Valutare una nuova linea di prodotto o un'espansione (nel caso di nuovo investimento in un'impresa esistente)
  • Accedere ad un finanziamento agevolato


Ovviamente il Business Plan di un'impresa già esistente partirà dal presupposto che esistono limiti ma anche risorse dovute al fatto che l'impresa è già sul mercato.
Le riflessioni saranno necessariamente diverse, ma l'impostazione sarà molto simile a quella di un'impresa nuova.

Piuttosto, nel caso di una nuova iniziativa, prima ancora di imbarcarvi in un'approfondita analisi (Business Plan), vi consiglio di realizzare prima un Mini-Plan.
Solo dopo aver appurato l'appetibilità economica dell'iniziativa, può valer la pena di approfondire l'ipotesi realizzando il Business Plan.
Il Mini-Plan consiste, appunto, in un piano finalizzato ad una veloce valutazione, a seguito della quale:

1) Potete sviluppare il piano (elaborando il Business Plan)

2) Potete prendere in considerazione l'idea di effettuare maggiori ricerche e/o rivedere l'idea
3) Potete rinunciare e provare qualcos'altro



Le fasi cronologiche da seguire nella costituzione di una nuova iniziativa (o nello sviluppo di una esistente) sono:


1) Elaborate il Mini-Plan
Un Mini-Plan vi permetterà di mettere a punto la vostra Formula Imprenditoriale.
Potrete anche effettuare un primo calcolo del punto di Pareggio che vi permetterà di sapere quanto dovrete produrre per coprire almeno tutti i vostri costi.
Con il Mini-Plan potrete verificare l'appetibilità economica dell'iniziativa, cioè la compatibilità economica del Punto di Pareggio con il Budget delle Vendite:


2) Elaborate il Business Plan.

Se i risultati del Mini-Plan vi hanno incoraggiato a proseguire nell'iniziativa, potete e dovete scendere più in dettaglio nella pianificazione della vostra impresa .

Il Business Plan vi permetterà di valutare, anche gli aspetti commerciali e di marketing, produttivi, organizzativi ed amministrativi, oltre a consentirvi un approfondimento dell'appetibilità economica e della sua redditività (un'impresa può, infatti, essere redditizia ma avere una bassa redditività e, quindi, essere poco conveniente a realizzarsi).
Soprattutto, il Business Plan servirà a valutare la SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA (prospetto di "Cash Flow" e "Budget di Tesoreria") e il reale FABBISOGNO FINANZIARIO (prospetto "Impieghi e Fonti").

Ovviamente non serve verificare la sostenibilità finanziaria di un'iniziativa economicamente non appetibile. Né è possibile conoscere il vero importo del fabbisogno finanziario solo empiricamente "a sensazione". Eppure molti potenziali imprenditori si ostinano a considerare come unico vero punto prioritario della propria agenda per la costruzione del proprio business gli aspetti finanziari. Anzi, per essere più precisi, le possibilità offerte dalla finanza agevolata.

E infatti sono tante le aziende che, pur in buona salute economica, soffrono sul piano finanziario, perché hanno sottostimato o sovrastimato il fabbisogno finanziario, o lo hanno mal strutturato.

(continua...)


(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)


lunedì 10 novembre 2008

Alcuni consigli prima di intraprendere una nuova impresa

Prima di lanciarvi in una nuova impresa, momento della vita sempre eccitante ma anche foriero di ansie e preoccupazioni, usate queste riflessioni per sostenere il vostro entusiasmo:

1) Investite in immobilizzazioni esattamente il necessario. Fate bene i conti per determinare il fabbisogno finanziario. Non sottostimate e non sovrastimate.
2) Trasformate il più possibile i costi fissi in costi variabili. Ad esempio, all'inizio dell'attività, se il denaro è una risorsa scarsa (e normalmente lo è), non comprate un furgone ma noleggiatelo. Costerà di più, ma finche non avrete un flusso di clienti tali da poterne ammortizzare il costo, questo acquisto vi costringerà ad un'uscita di denaro che avreste meglio utilizzato in una campagna di pubblicità, molto più efficace se il vostro obiettivo primario è accelerare la crescita della vostra attività.

3) Raddoppiate:
  • i tempi ipotizzati per l'entrata a regime delle singole attività previste
  • i tempi ipotizzati per l'entrate previste
  • i costi previsti

4) Dimezzate:
  • i tempi ipotizzati per le uscite previste
  • i ricavi previsti

5) Realizzate 3 previsioni di scenario:
  • una pessimistica
  • una realistica
  • una ottimistica

6) Cercate di mantenere il tasso di redditività maggiore del tasso di crescita dell'impresa

7) Prevedete bene il cash flow (a 3-5 anni)

8) Differenziatevi, monopolizzate un settore

9) Diversificatevi, non intrappolatevi in un solo mercato

10) Non create tutto nella vostra mente, parlatene!

11) Utilizzate bene i consulenti

Ma soprattutto:

12) Se avete la possibilità di scegliere il vostro business, scegliete clienti ricchi e pagatori (!)



(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)


martedì 4 novembre 2008

Idee d'impresa: le techiche di brainstorming

Prima di parlare di come prendere spunti per farsi venire un’idea d’impresa, può essere utile esporti un metodo molto efficace per valutare un fatto. Questo metodo è detto del “brainstorming”.

È un utile metodo per generare soluzioni possibili ad un problema. Puoi utilizzarlo anche (ma non solo) per farti venire idee d’impresa. È meglio utilizzare questa tecnica con uno o più amici, ma si può fare anche da soli.

Segui i seguenti punti:

1. Scrivi una breve descrizione del problema che vuoi risolvere.

2. Usa questa descrizione per chiarirti in mente quale sia il problema.

3. Suggerisci una soluzione al problema, qualunque soluzione, qualunque cosa ti venga in mente. Durante il brainstorming lascia che la tua mente vada in ogni direzione (sempre con il "problema da risolvere" bene in vista, per evitare di divagare!).

4. Non censurare la soluzione, non importa quanto suoni sciocca o se sembra simile ad altre soluzioni. Se stai facendo del brainstorming con altri, permetti alle tue idee di essere stimolate dai suggerimenti degli altri, tenendo a bada eventuali tuoi egocentrismi o vis polemica :-).

5. Fai una breve nota della soluzione.

6. Suggerisci un’altra soluzione, e ripeti i passi 4 e 5.



(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)


martedì 28 ottobre 2008

Le cause d'insuccesso ricorrenti per un'idea di business

Quando un'idea di business viene bocciata dal mercato, le cause sono da ricercare quasi sempre in alcuni dei seguenti errori:
1) pianificazione strategica e controllo di gestione inadeguati
  • obiettivi personali ed obiettivi aziendali eccessivi o non sufficientemente chiari.
Gli obiettivi, per non essere semplici e generici desideri da sogno nel cassetto, devono essere:

S = Specifici
M = Misurabili
A = Accessibili
R = Rilevanti
T = Tempificabili, cioè con precise date di inizio e fine azione
  • motivazioni personali insufficienti
  • scarsa attenzione agli aspetti economico-finanziari (e inadeguato controllo)
  • mancanza di un polmone finanziario per periodi recessivi
  • sottocapitalizzazione
  • commistione tra finanza personale e finanza aziendale
  • assenza di un budget delle vendite
  • mancata conoscenza del proprio punto di pareggio
  • mancata distinzione tra aspetti economici e finanziari dei "numeri" della propria azienda
  • mancata attribuzione di uno stipendio figurativo dell'imprenditore o degli imprenditori
  • carenza di regole nel prelievo dalla cassa

2) Carente organizzazione
  • incapacità di stringere alleanze strategiche
  • incapacità di coalizzare un valido gruppo imprenditoriale
  • assenza di regole tra i soci, spesso AMICI o PARENTI
  • gestione del tempo carente
  • scarsa chiarezza nell'assegnazione di compiti e mansioni
  • assenza di processi di delega

3) Errori di Marketing
  • previsioni di vendita errate
  • scarsa conoscenza del mercato e dei comportamenti d'acquisto

4) Errori nella produzione
  • problemi tecnici sul prodotto
  • attrezzature inadeguate


(Articolo di Paolo Battaglia, pubblicato su www.crescitapmi.it)



lunedì 20 ottobre 2008

In cosa consiste l'Euribor o tasso interbancario.

In questo periodo in cui si parla così tanto dell'emergenza mutui a tasso variabile, si parla spesso anche di EURIBOR. Vediamo di che si tratta.
Le banche, per sopperire a momentanee esigenze di cassa, accedono al cosiddetto "mercato interbancario", cioè il mercato in cui le banche con un surplus di liquidità prestano denaro alle altre banche.
Le 50 principali banche europee devono comunicare ogni giorno i tassi ai quali praticheranno le operazioni di finanziamento (il c.d. "tasso interbancario") e sulla base di queste informazioni verrà determinata la loro media ponderata con i relativi tassi EURIBOR distinti in base alla loro durata (da una settimana a dodici mesi).
L'EURIBOR è il tasso che viene usato come parametro per la indicizzazione del tasso praticato nei mutui ipotecari a tasso variabile, per giungere al quale le banche aggiungono la percentuale che corrisponde ai loro guadagni variabili (il cosiddetto "spread").

Come uscire dall'indebitamento personale

Indebitamento: come uscirne?

Il primo punto è affrontare la verità. Vi accorgerete che non siete gli unici ad esserne afflitti. Parlarne vi aiuta a non vergognarvene.

Per prima cosa informate i vostri familiari. Allo stesso tempo, fate loro capire chiaramente che insieme supererete il problema. E' necessario che smettiate (l'intera famiglia, intendo) di spendere più soldi di quanti ne possedete.

Ricordate che non è la stessa cosa ricorrere a un mutuo per acquistare un bene durevole, come la casa, o per acquistare una vacanza o un televisore al plasma. Quando pagate unarata di un bene durevole ne diventate "un po' più proprietari", cioè da un lato avrete l'esborso della rata, ma dall'altro il vostro patrimonio personale si consolida.

Facendo un'eccezione per le richieste di credito motivate (acquisto di aziende, immobili con prezzi non eccessivi, ...), tenetevi alla larga da qualsiasi richiesta di credito per articoli che non offrono alcuna sicurezza di prezzo stabile. E cercate sempre di pagare in contanti.

Le catene di negozi si danno molto da fare per predisporre lettori di carte di credito, perché, in media, i clienti spendono il doppio se non devono tirare fuori i soldi e metterli sul tavolo.
Dare un'occhiata al portafoglio è il sistema più immediato per avere sempre una visione della situzione finanziaria personale. Il portamonete pieno trasmette la piacevole sensazione di essere ricchi. E non si può finire in rosso. Rompete i porcellini salvadanaio, piuttosto!

Sullo scoperto di conto corrente, col passare del tempo, pagherete il massimo di interessi passivi, che devono essere invece ridotti il più velocemente possibile. Cercate di tagliare le voci inutili addebitate sul vostro conto corrente ed esaminate attentamente le registrazioni e gli addebiti dell'anno passato.

Disdite le sottoscrizioni e gli abbonamenti non utili attuali, meglio se per raccomandata.
Ridimensionate il vostro stile di vita, cioè semplificate radicalmente la vostra vita. Dite a voi stessi: non sarà sempre così, ma ora, in questa fase della mia vita, un ridimensionamento è necessario. Più avanti sarò fiero di esserci riuscito. Finché avete dei debiti, fate del risparmio e della frugalità un gioco, uno sport.

Soprattutto: non abituatevi ai conti in rosso. Liberatevi immediatamente dalla spirale dei debiti. Una volta che ci si abitua ad avere numeri in rosso sul proprio estratto conto, di regola si continua ad amministrare i propri beni con noncuranza e non si è più in grado di uscire da questo pantano.

E se lavorerete molto e guadagnando molto, non gratificatevi subito con grandi spese. Mantenete lo stesso rigore di prima negli acquisti, comportatevi come se la quantità di denaro guadagnata non fosse ancora sufficiente, impiegate i risparmi accumulati per costituirvi un patrimonio.

Trasformate i vostri debiti: consolidate le scoperture di c/c e rinegoziate i debiti costosi.

Oltre ai metodi che abbiamo già visto in un precedente post, esiste un'altra regola pratica, detta "dei 2 piatti della bilancia". Provate a vedere se fa per voi. In breve è questa:
Anche se il vostro debito è alto, dovete assolutamente risparmiare per realizzare un patrimonio. Mentre con metà dei vostri guadagni estinguete lentamente i vostri debiti, alleggerendo il primo piatto della bilancia, con il resto delle vostre entrate create, poco per volta, il vostro patrimonio e lo investite in maniera sicura, in modo da trarne degli interessi. Il fattore decisivo non è rappresentato tanto dall'utile ottenuto con gli interessi, bensì dalla sensazione positiva di vedere nuovamente dei frutti, dopo un lungo periodo in cui tutto sembrava andare a rotoli.
Un giorno non molto lontano i due piatti della bilancia si troveranno in perfetto equilibrio. A quel punto avrete appianato tutti i debiti in un solo colpo.

lunedì 13 ottobre 2008

Procrastinazione e ritardi nei pagamenti

Pagare i propri conti in tempo è un aspetto importante del controllo sulle proprie finanze. Sapere esattamente quando saranno dovuti i pagamenti e fare del pagamento puntuale una propria abitudine riduce lo stress, fa risparmiare denaro e ti mette al riparo da spiacevoli iscrizioni nelle crif.

Vediamo come fare del pagare con puntualità un'abitudine più semplice di quanto non si pensi.

Ecco alcuni consigli per ridurre la possibilità di pagare in ritardo:

1) Sottoscrivi gli addebiti diretti in conto. Per la gran parte dei pagamenti ricorrenti (bollette, abbonamenti a riviste) viene offerta l'opzione di addebitare in conto automaticamente. Usala.

2) Usa un software finanziario con promemoria automatici. Questi promemoria ti ricorderanno di effettuare un pagamento anche giorni o settimane prima della data di pagamento.

3) Consolida i piccoli pagamenti. Ipotizziamo che tu abbia da pagare l'abbonamento per l'ADSL, il telefono, il cellulare dallo stesso gestore. Invece di pagare 3 separate bollette mensili verifica se sarà possibile consolidare questi micropagamenti, così facili a dimenticarsi.

4) Ritagliati del tempo nella tua agenda per i pagamenti, allo stesso modo in cui faresti per la palestra o per un appuntamento di lavoro. Organizzando il tempo in questo modo creerai un'abitudine a "trovarti il tempo" per pagare che renderà meno probabile che tu perda una scadenza.

5) Crea un contenitore unico per i pagamenti. Spargere le bollette e i bollettini di pagamento in mille posti diversi non ti aiuta ad avere una visione d'insieme delle scadenze. Trova un unico posto comodo e organizzato, cartaceo o su PC dove tu possa tenere traccia dei pagamenti da effettuarsi e di quelli effettuati. Le bollette e i bollettini dovranno essere organizzati in base alla scadenza ed annotati sul calendario o sull'agenda.

6) Impara a conoscere il ciclo dei tuoi pagamenti. Rivedi i mesi e gli anni precedenti e individua le routine di pagamento che si ripetono ciclicamente. Molto probabilmente noterai che i tuoi pagamenti ricadono i 2 categorie, quelli dovuti all'inizio del mese e quelli dovuti verso la fine del mese. Non appena ricevi un bollettino paga il conto prima del successivo. Se non hai abbastanza denaro nel conto per pagare regolarmente tutte le scadenze previste, prima che ti arrivi l'avviso di scadenza, se puoi contatta il tuo creditore per cambiare qualche data.

7) Sottoscrivi la possibilità di ricevere via email un promemoria per i pagamenti da effettuare, se questa possibilità ti viene offerta dal tuo fornitore.

8) Paga via telefono. Molti fornitori di servizi consentono di pagare i conti per telefono, e le commissioni sono sicuramente più convenienti che pagare in ritardo.

Pagare in tempo ridurrà senz'altro il tuo livello di stress. Non ti domanderai più se hai scadenze onorate o meno, se avrai abbastanza denaro per pagare una rata o quanto ti costerà un ritardato pagamento. Potrai rasserenarti sapendo che la tua "casa finanziaria" è in ordine.
Per iniziare, prendi solo un paio dei consigli su riportati, quelli che ti sembrano più utili, e incorporali nelle tue routine quotidiane fino a renderli un'abitudine. Questo lavoro ti farà sentire più sicuro sulle tue capacità di controllare le tue finanze, oltre a portarti a risparmi a volte non indifferenti.



lunedì 6 ottobre 2008

Cosa sta accadendo in questi giorni...

Ciao a tutti e ben trovati dopo la lunga pausa estiva (e post-estiva!).
Vediamo di riprendere le fila delle nostre chiacchiere intorno ai nostri soldi, a come li gestiamo, e a come, con il nostro lasciar correre, lasciamo cadere i loro frutti in altrui giardini.
Iniziamo con il riassumere, in parole povere, cosa sta accadendo in questi giorni di turbolenze dei mercati e se dobbiamo veramente preoccuparci per come si stanno mettendo le cose nel mondo della finanza.

Tutto è iniziato negli Stati Uniti, con le facilitazioni che il governo qualche anno fa concesse a chi intendeva acquistare una casa pur senza avere un minimo capitale di partenza (mutui fino al 100% del valore dell'immobile) o redditi congrui al pagamento delle rate (periodi di preammortamento molto lunghi). Le banche non rischiavano molto perché scaricavano il rischio del non pagamento cartolarizzando questi crediti "deboli", cioè trasformandoli in strumenti finanziari simili alle obbligazioni e rivendendoli nel mercato finanziario all'interno di pacchetti e fondi ad altri operatori finanziari, cioè soprattutto ad altre banche, in tutto il mondo.

Nel 2007, questo giro di crediti "spazzatura", indefinitamente spostati nel tempo, scoppiò svelando la inconsistenza di molti di questi crediti perché non restituibili. Tra l'altro apparve evidente anche la crisi dello stesso mercato immobiliare e il dilagare di situazioni di negative equity (di cui parlammo in un post precedente). Iniziò a spargersi un'ondata di preoccupazioni intorno a queste obbligazioni legate ai mutui sub-prime, ma anche alle altre obbligazioni legate a mutui più "solidi", ingenerando l'instabilità delle borse e i traumi (vedasi per tutti il fallimnento della Lehman Bank) che stiamo conoscendo ancora in questi giorni e che non sembrano voler scomparire a breve. E' notizia di oggi l'intervento senza precedenti del governo tedesco a garanzia del sistema bancario dell'economia più forte d'Europa.

La vera responsabilità di quanto è accaduto è, a ben vedere, del sistema di supervisione e controllo del sistema bancario americano, troppo frammentato e strutturato su più piani di sorveglianza, basato anche su una incrollabile e tutta americana fiducia in un sistema finanziario e di mercato in grado di regolarsi da solo.

In Italia lo scenario sembra essere un po' meno cupo per via della forte prudenza delle banche nostrane che non hanno mai concesso credito se non dietro garanzie reali molto prudenti (mutui difficilmente superiori al 70% del valore dell'investimento) e di altri meccanismi imposti dalla legge al sistema bancario che sembrerebbe dover mettere l'Italia a minor rischio rispetto alle bufere che stanno investendo il mondo intero.

E' anche da notare che le banche (estere) finora fallite sono state banche d'investimento, e non banche ordinarie che lavorano con i depositi. Queste banche d'investimento investono denari presi, a loro volta, in prestito, per cui questi istituti finanziari si ritrovano un rapporto debito/equity molto più alto delle banche c.d. "ordinarie". Se chi presta loro denari non intendesse continuare a rinnovare loro i prestiti, queste banche si potrebbero trovare presto in crisi di liquidità. Quando poi si ritrovassero ad aver investito in obbligazioni spazzatura, come quelle legate ai mutui sub-prime, la crisi di liquidità diventerebbe anche crisi di solvibilità.

A tutt'oggi la situazione non è facilmente prevedibile, perché nulla si conosce su quanti saranno effettivamente i crediti che non verranno onorati, e, come sempre accade nei mercati mobiliari ed immobiliari, la fiducia e le previsioni delle tendenze, paradossalmente, determinano le tendezze stesse. Al momento non si è in grado di sapere quali saranno le reali perdite del sistema bancario una volta che si saranno vendute le case poste a garanzia dei crediti. Di certo si può immaginare che non saranno in grado di recuperare il capitale investito. E siccome questi titoli cartolari fanno paura (fa paura l'idea che non valgano niente o poco), tutti gli istituti finanziari e non, che in questi anni hanno investito in questi titoli, vedono il loro valore sul mercato abbassarsi preoccupantemente. Si sta generando una crisi diffusa di fiducia che sta portando imprese e famiglie a rivedere le proprie decisioni di spesa, generando le premesse di una recessione globale.

Questa è una fase in cui i problemi sembrano attenere alla sfera prettamente finanziaria, ma gli effetti sul sistema economico dell'economia reale, quella delle imprese e delle famiglie, spiegherà tutte le sue conseguenze nei mesi a venire, e si parlerà, probabilmente, con sempre più insistenza di una delle situzioni meno auspicabili in economia: la recessione...



giovedì 3 luglio 2008

Software per piano d'ammortamento mutuo e calcolo taeg

Ho aggiunto nell'area "Download" il link ad un mio applicativo in formato .xls con cui si possono fare simulazioni per un prestito o un mutuo, scegliendo la periodicità della rata e la durata del mutuo o prestito. Sarà possibile, per esempio, fare simulazioni sulla sostenibilità della rata da pagare. Ricordo che, come regola pratica, non si dovrebbe mai accollarsi una rata che superi 1/3 del proprio reddito. Ovviamente questa regola è molto grossolana e va vista caso per caso, perché non è la stessa cosa, per la qualità della vita di una famiglia, sostenere una rata di 1/3 di uno stipendio mensile di 1.000 euro o invece sostenere una rata corrispondente ad 1/3 di uno stipendio di 5.000 euro.
Nel file è presente un secondo foglio con il quale è possibile calcolare il Taeg di un vostro prestito dato un importo erogato da restituire in una serie di rate, con cadenza qualunque.
Il risultato è spesso interessante perché prestiti a Tan molto basso si rivelano alti al punto da sfiorare o superare il Tasso Soglia d'Usura del periodo.
Con questo post ci salutiamo e ci si rivedrà dopo la pausa estiva, che spero ci regali tantissimo, creativo, ozio!


giovedì 26 giugno 2008

I soldi buttati nell'affitto...

Spesso ragioniamo per luoghi comuni. In materia finanziaria, come abbiamo visto, le nostre scelte di gestione del denaro sono pesantemente influenzate da nostre proiezioni e desideri che ci portano a considerare razionali scelte che tali non sono..


Uno dei luoghi comuni più ricorrenti nelle discussioni sul comprare casa, vivere in affitto, nonché una delle richieste che ricevo più spesso da imprenditori che conducono la propria attività in locali non propri, è quella di voler comprare i locali dove svolgono la propria attività. Pagare un canone di locazione viene quasi sempre visto come una perdita netta di denaro e si desidera, piuttosto, indebitarsi con un mutuo, magari azzerando le liquidità necessarie alla gestione.

Nel caso dell'impresa la valutazione è poi resa più complessa, per via delle ripercussioni fiscali e sulla struttura patrimoniale del bilancio.


Abbiamo già trattato in precedenti post della bolla immobiliare e del negative equity. Oggi l'argomento è ancora più attuale, per cui riporto, a seguire, un post pubblicato sul forum "Bolla immobiliare sulla casa" che descrive molto bene le conseguenze dell'agire per luoghi comuni in materia finanziaria e, in particolare, immobiliare.

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Dal forum Bolla immobiliare sulla casa:


Ringraziando OTC per la preziosa collaborazione:

Così fan tutti

"Le case non calano mai", "I soldi dell'affitto sono buttati via", "Faccio un mutuo a tasso variabile, così la rata è più bassa, in banca mi hanno assicurato che i tassi non aumenteranno", "Eppoi se le cose si dovessero comunque mettere male, vendo la casa e me ne vado tranquillo in affitto". Quante volte si sentono queste frasi da chi ha appena comprato un immobile, oppure da chi si accinge a farlo. Certamente l'acquisto di una casa meriterebbe dei ragionamenti più approfonditi, specialmente riguardo agli aspetti finanziari dell'operazione, ma spesso non è così. E' più facile uniformarsi al "quello che tutti dicono", al "gregge-pensiero", vox populi vox dei.

Ma non tutti sono d'accordo: il grande economista John Kennet Galbraith, recentemente scomparso, ebbe a dire: "In economia, la maggioranza sbaglia sempre". Il gregge che ragiona per luoghi comuni ha una bassa percezione del rischio e prende le decisioni su basi principalmente emozionali, si trova a competere contro dei professionisti (banche, immobiliaristi d'assalto nel nostro caso) che conoscono molto bene il mercato, hanno a disposizione modelli ed analisi molto sofisticati, sanno gestire al meglio i rischi e prendono le proprie decisioni su basi esclusivamente razionali. Non è difficile indovinare chi vince.

Il mercato immobiliare, specialmente in periodi di bolla come quello attuale, non fa eccezione a tale regola. Cominciamo considerando l'andamento storico dei prezzi degli immobili in Italia: depurati dall'inflazione, essi mostrano un andamento assolutamente ciclico: picco nel 74 calo fino al 78, altro picco nel 82 per poi scendere fino all'86, nuovo top nel 92 e bottom nel 97. In particolare, in termini reali, dal 92 al 97 gli immobili sono calati mediamente del 30%. Ergo: anche le case calano; anche in Italia.

Veniamo alla questione successiva: è molto diffuso il pregiudizio per cui chi va in affitto viene considerato un poveraccio squattrinato rispetto a chi compra casa (anche se lo fa con un mutuo del 100% ed oltre). Come tutti i pregiudizi, anche questo è frutto dell'ignoranza. Spesso infatti chi accende mutui finanziando una parte consistente dell'immobile (> 80%) con scadenze lunghe, non si rende minimamente conto dei rischi che corre, il più pericoloso dei quali è la possibilità di ritrovarsi nel giro di qualche anno in condizione di negative equity, ovvero di patrimonio netto negativo.

La questione è molto semplice, e vale la pena di spiegarla con un esempio: supponiamo che una famiglia acquisti un immobile al prezzo di 180.000 euro finanziando il 100% dell'importo con un mutuo trentennale. Il piano di ammortamento prevede che nei primi anni la quota pagata vada principalmente a coprire gli interessi, mentre il capitale rimborsato cresce molto lentamente: dopo 4 anni, infatti, i nostri mutuatari hanno estinto appena il 7% del loro debito. Supponiamo però che a quella data il valore dell'immobile sia calato del 25% (cosa possibilissima visti i precedenti, e forse anche "ottimistica" considerato il livello dei prezzi attuale): il bilancio della nostra famiglia precipita in rosso di circa 32000 Euro, ovvero la differenza tra attività (180000*75%) e passività (180000*93%). Negative equity, appunto.

E non si tratta purtroppo di un esercizio contabile astratto: se per un qualsiasi motivo (perdita lavoro, aumento tassi, imprevisto, ecc.) i mutuatari decidono di "vendere ed andare in affitto", non possono farlo, a meno di non trovare quegli ulteriori 32.000 euro (che con spese e penali arrivano subito a 40.000) che servono per estinguere il debito residuo con la banca. Tutto questo dopo aver pagato 4 anni di rate, ovviamente.
Se fossero andati in affitto, le loro attività e passività sarebbero state entrambe zero: meglio zero che - 40.000.

Quindi è vero che "i soldi dell'affitto sono buttati via", ma è anche vero che facendo un mutuo sbagliato fatto al momento sbagliato se ne buttano via molti, ma molti di più.

Se chiedete cos'è il negative equity a chi ha stipulato un mutuo, con ogni probabilità non saprà rispondere: nel passato in Italia infatti c'era una propensione minore all'indebitamento, ed i mutui che finanziavano oltre l'80% del valore dell'immobile erano vietati (normalmente le banche non concedevano più del 60-70%). Per questo il negative equity è ancora pressoché sconosciuto.

Lo conoscono molte bene, però, in Inghilterra, dove fra gli anni 89 e 92 a causa dello scoppio della bolla immobiliare (causato da un notevole aumento dei tassi) quasi due milioni di famiglie si sono ritrovate in negative equity; solo nel 1991 infatti furono oltre 75.000 gli immobili che tornarono di proprietà delle banche. Leggiamo come il Guardian descrive quel periodo:
"Allora [all'inizio degli anni 90] non ci fu solo il negative equity, ma vendite forzate, bancarotte personali ed esecuzioni immobiliari in proporzioni colossali".

Ed ancora: "Il negative equity quando hai un lavoro, significa che la notte non dormi; il negative equity quando sei disoccupato ed i tassi salgono, significa che la casa non è più tua.".

Stesse dinamiche in Giappone negli anni 80, dove si è sviluppata la più colossale bolla immobiliare di tutti i tempi, suggellata dall'introduzione dei mutui a 100 anni (in Italia per adesso siamo a 40, ma già in Spagna è possibile accendere mutui fino a 50 anni).

Ad onor del vero, allora in Giappone ed UK le condizioni erano più estreme rispetto a quelle attuali, soprattutto per quanto riguarda l'andamento dei tassi, ma le dinamiche di mercato mostrano preoccupanti analogie con la situazione presente oggi.

Ed il negative equity comincia a diventare drammaticamente d'attualità anche negli Stati Uniti: un recente articolo apparso su MSN Money, dal titolo significativo: "L'epidemia del negative equity", riporta dai dati molto preoccupanti: nel settembre 2005, circa il 10% dei mutuatari aveva patrimonio netto nullo o negativo, e tale percentuale cresce al 30% fra coloro che hanno acceso o rifinanziato mutui nel 2005. Soltanto nel febbraio 2006, oltre 115.000 immobili sono finiti all'asta per insolvenza dei mutuatari, con un aumento del 68% rispetto ad un anno prima.

Ed il Sidney Herald riporta che anche in Australia la situazione è simile: se chi ha comprato casa alla fine del 2003 con mutui al 90% volesse vendere adesso, considerate le spese di compravendita, finirebbe mediamente in rosso.

Ed anche in Italia i giovani ingenui e sprovveduti che hanno comprato a prezzi folli degli immobili finanziando il 90-100% (ed oltre) dell'importo con mutui di 25-30 anni e più, rigorosamente a tasso variabile, sono numerosi. Senza pensare, senza informarsi, senza ponderare i rischi, senza capire le dinamiche finanziarie dell'operazione, ignorando completamente quanto è successo in passato.

Derek Bok, già Presidente dell'Harvard University, disse una volta: "Se ritieni che il sapere e l'educazione siano costosi, dovresti provare quanto è costosa l'ignoranza". Sante parole.


giovedì 19 giugno 2008

Un importante strumento finanziario per l'acquisto di impianti ed attrezzature: la legge Sabatini

Tra gli strumenti attualmente attivi più convenienti per le PMI che volessero acquistare impianti e attrezzature è la legge 1329/65, meglio conosciuta come "Legge Sabatini".


La legge sabatini è un importante strumento finanziario per le Piccole e Medie Imprese, di ogni settore produttivo, per finanziare l'acquisto di macchinari di produzione.


A chi si rivolge:

La Sabatini è dedicata alle Piccole e Medie Imprese appartenenti a qualsiasi settore (industriale, commerciale, artigianale, agricolo o di servizi) che intendano acquistare nuovi macchinari. Per la presenza di una serie di costi fissi da sostenere per accedere alle agevolazioni della legge "Sabatini" consiglio di ricorrere a questa misura per programmi d'investimento non inferiori a 50.000 euro.


Cosa permette di fare:

Con la legge "Sabatini" si possono acquistare nuovi macchinari o sottoscrivere contratti di leasing per i macchinari di produzione, impianti ed attrezzature.


Si possono ottenere dei contributi per abbattere il costo degli interessi passivi sulle dilazioni di pagamento che possono arrivare anche a 60 mesi. Nelle regioni del meridione d'Italia, tra cui la Sicilia, il costo degli interessi è ridotto a zero.


Come funziona:

Il finanziamento consiste in una operazione di sconto di cambiali, con scadenze comprese tra 1 e 5 anni, emesse dall'acquirente a favore del venditore per il pagamento di macchinari acquistati con regolare contratto di compravendita o in leasing.


L'agevolazione consiste in un contributo in conto interessi che viene erogato in via anticipata e in unica soluzione.


Il funzionamento della legge "Sabatini" può apparire piuttosto complesso per via delle diverse alternative possibili, a seconda se:

  1. l'operazione viene effettuata con contributo al venditore o con contributo all'acquirente;
  2. l'operazione viene stipulata con clausola pro-soluto o pro-solvendo;
  3. viene stabilito di effettuare la vendita con riserva di proprietà o con privilegio speciale.

L'operazione "Sabatini" più frequente è quella che prevede il contributo all'acquirente, la clausola pro-solvendo e il privilegio speciale.

La procedura tipica prevede l'intervento di 6 figure:

- l'acquirente

- il venditore

- il notaio

- il cancelliere del tribunale

- la propria banca

- il Mediocredito Centrale.


L'acquirente emette le cambiali per un importo pari al costo del macchinario aumentato degli interessi calcolati al tasso di riferimento (media dei tassi ai quali le banche acquistano denaro a medio termine più circa l'1%, che sono le commissioni della banca intermediaria).


Il venditore sconta le cambiali presso una Banca convenzionata con il Mediocredito Centrale.


L'acquirente dovrebbe ricevere, in breve tempo, il contributo in conto interessi.


Il notaio stipula il contratto di compravendita da depositare presso la cancelleria del tribunale e registrare in un apposito registro per l'iscrizione del privilegio speciale (l'intervento del notaio non è facoltativo).


Se l'operazione è effettuata con clausola pro-solvendo, in caso di mancato pagamento delle cambiali da parte dell'acquirente, la banca può rivalersi sia contro l'acquirente che nei confronti del venditore.


Cosa finanzia:

Essenzialmente macchine utensili o macchinari di produzione, nuovi di fabbrica e da utilizzarsi sul territorio nazionale, di costo unitario o complessivo superiore a 516,45 Euro. Sono compresi nel costo dei macchinari anche gli interessi e le spese accessorie quali collaudo, trasporto, imballaggio e montaggio dei macchinari.


Le macchine devono essere funzionalmente collegate, in termini di utilizzo proprio, all’attività economica svolta dal soggetto beneficiario ed inserite nella struttura logistica dell’unità produttiva situata nel territorio regionale.


Le macchine utensili o di produzione non devono risultare fatturate anteriormente alla data di stipula del contratto di acquisto o di locazione.


Non sono ammissibili gli investimenti di sostituzione.

La fattura di vendita deve avere data successiva a quella del contratto di compravendita.


Cosa non finanzia:

Non sono ammissibili alle agevolazioni:


· macchinari usati;

· veicoli, natanti e velivoli iscritti in pubblici registri;

· macchinari di costo inferiore a 516 euro;

· macchinari di costo superiore a 1.549.371 euro;

· Iva;

· quote di riscatto in caso di leasing


Chi sono i soggetti beneficiari:

Soggetti beneficiari della "Sabatini" sono le PMI dei settori:

- Industria

- Artigianato

- Commercio

- Agricoltura

- Servizi

Sono escluse le imprese che operano nella siderurgia, pesca, costruzioni navali, trasporti, fabbricazione dello zucchero, lavorazione del tabacco e in genere tutti i settori esclusi in base a regolamenti comunitari (si presti attenzione particolarmente al settore della produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli).


Quanto finanzia:

L'agevolazione consiste in un contributo per l'abbattimento del costo degli interessi. La misura agevolativa è differente a secondo della zona in cui è localizzata l'impresa:

- Nelle zone obiettivo 1 (Sicilia) il contributo copre l'intero costo degli interessi.

- Nelle zone obiettivo 2 con deroga ex art. 87.3.c il contributo è pari al 60%.

- Nelle zone obiettivo 2 il contributo è pari al 40%.


In alcune regioni al contributo in conto interessi si aggiunge un contributo a fondo perduto che può arrivare anche al 20% dell'investimento.


In quanto tempo:

I tempi di completamento dell'operazione dipende dal numero di richieste al Mediocredito Centrale, dal carico di lavoro della banca alla quale viene presentata la richiesta, dalla regione in cui viene effettuata l'operazione.


Come presentare le domande:

Definite le operazioni di compravendita tra venditore e acquirente, bisogna prendere accordi con una banca convenzionata con il Mediocredito Centrale, successivamente stipulare un contratto di compravendita (operazione da svolgersi presso un Notaio) e infine presentare la richiesta al Mediocredito Centrale tramite la banca convenzionata con cui si è definita l'operazione.



giovedì 12 giugno 2008

Pagati per primo

L'obiettivo di chi voglia raggiungere l'indipendenza finanziaria dovrebbe essere quello di costruire un certo patrimonio in grado di produrre redditi passivamente (cioè senza alcun intervento lavorativo).
Si ottiene ciò spendendo meno di quel che si guadagna, investendo la differenza, reinvestendo gli introiti per una crescita composta finché non si raggiunga una massa critica di capitale investito che crei il reddito annuale che si desidera per la propria vita.
Non è quanto si guadagna la questione più importante, ma quanto si riesce a risparmiare. Verifica il tuo rapporto risparmi/entrate e cerca di vivere al di sotto dei tuoi mezzi! Conduci la tua vita come fosse un'impresa, in cui punti ad ottenere un profitto alla fine di ogni anno.
E in questo senso il più potente processo di accumulazione di ricchezza è quello di PAGARE TE PER PRIMO. Ogni giorno, metti da parte del denaro per comprare beni che produrranno reddito PRIMA di pagare bollette, spesa, affitti, TUTTO. Se ti ritroverai sotto pressione per pagare bollette, spesa, affitti, ecc., troverai un modo di cavartela (così come hai fatto finora con quella spesa imprevista o con quel credito perduto). La PRESSIONE ti farà farà trovare un sistema. Questo richiederà di lavorarci su sodo ma vedrai che ti scoprirai più determinato, abile e ricco di risorse.
Questo approccio vale anche (e soprattutto) quando devi ridimensionare e azzerare un debito.
Ripeto sempre ai miei clienti che un piano di rifinanziamento con una banca o un ampliamento del fido, comunque una qualunque iniezione di liquidità, è un'operazione rischiosa. E questo perché c'è in molti una tendenza ad indebitarsi al limite delle possibilità di indebitamento, utilizzando tutte le risorse e considerando le possibilità di scopertura e di castelletto come denari "veri", di propria disponibilità.
Ad esempio, chiedere un raddoppio dell'importo del fido concesso per scopertura di conto corrente, magari perché ci si sente soffocati, può portare, se non ci si impone una disciplina, ad una eguale situazione di soffocamento, magari dopo 6 mesi, ma con un debito questa volta aumentato.
Quindi, quando si rinegozia un debito o si chiede un prestito, è FONDAMENTALE, ovviamente, restuirlo secondo un piano di ammortamento la cui rata sia compatibile con i nostri obiettivi di lungo termine e con un accettabile costo in termini di interessi passivi. E nel caso di una scopertura in conto corrente, creata per sovvenire ad esigenze contingenti, è necessario definire un proprio personale piano di riduzione della scopertura, sottraendo ai propri consumi una somma da destinare PRIORITARIAMENTE al rimborso del debito. Se non si è fermi, rispetto a questo proposito, cioè a quello di PAGARSI PER PRIMI, non riusciremo mai ad aggredire il debito, tentati come saremo di consumare tutti i nostri introiti, portandoci di nuovo al limite massimo della scopertura.
E badate bene, questo è quel che capita a un numero esorbitante di micro e piccole imprese (e a molte famiglie), soprattutto in questa fase congiunturale.


giovedì 5 giugno 2008

Sostegno agli imprenditori che denunciano il pizzo

Forse non tutti sanno che a gennaio di quest'anno la giunta municipale del Comune di Ragusa ha approvato il regolamento per il sostegno agli imprenditori che denunciano il pizzo.

Le premialità previste consistono in dieci anni di esenzione da tutti i tributi comunali, e in cinque anni di esenzione dai canoni concessori di occupazione del suolo pubblico o dei box dei mercati. Il regolamento prevede, inoltre, la revoca delle concessioni per i mercati pubblici per quanti non denunciano le richieste estorsive.

I benefici scatteranno su richiesta degli interessati, con dimostrazione, tramite qualunque mezzo di prova idoneo ad attestare la notizia di reato, che gli stessi abbiano denunciato e aiutato l'autorità giudiziaria nell'individuazione degli autori del reato di estorsione o usura. La sospensione dei pagamenti dei tributi sarà immediata, mentre l'esenzione scatterà all'esito della sentenza di primo grado.


giovedì 29 maggio 2008

La prima regola d'oro per un'impresa di successo

Di questi tempi si parla spesso delle difficoltà incontrate dalle imprese. Si attribuisce la colpa al mercato globale, al poco denaro destinato ai consumi, alle banche che non fanno credito...

Il vero problema, però, è che troppi imprenditori, soprattutto quelli con poca esperienza d'impresa, anche familiare, si innamorano di un'idea (o restano affascinati da un'idea altrui), aprono la partita IVA, realizzano gli investimenti necessari, avviano l'iniziativa... e solo DOPO cercano di ritagliarsi una quota di mercato per la propria iniziativa. Sempre che mercato ci sia...

E' fondamentale che PRIMA dell'avvio di qualunque iniziativa si analizzi il proprio mercato.

Il successo di un'impresa è potenzialmente assicurato se l'imprenditore scopre una mancanza sul mercato, un bisogno, e, semplicemente, crei un'impresa per soddisfarlo.

Se non c'è mercato, poco importa avere esperienza da spendere in un certo settore o un immobile a disposizione a costo zero. Semplicemente si deve costruire, come farebbe un sarto con un abito, la propria impresa a misura dei bisogni dei clienti, servendosi di 2 strumenti: il calcolo del punto di pareggio (o analisi di Break-even) e il budget delle vendite, espresso in quantità e in fatturato.

Se queste due analisi danno riscontri positivi, si potrà proseguire l'analisi della sostenibilità finanziaria dell'iniziativa che, a questo punto, si rivela come un mero problema tecnico.


giovedì 22 maggio 2008

La magia dell'interesse composto

Albert Einstein definiva l'interesse composto come "l'ottava meraviglia del mondo!"

Taglia alcune piccole spese, accantona del denaro ogni settimana e investilo!

Ad esempio, come abbiamo già visto, ci sono tante micro-spese, la gran parte delle quali accompagnano la nostra giornata senza neanche regalarci alcun piacere perché effettuate sovrappensiero o per abitudine o per distrazione o per compulsione.

Immaginiamo tu possa (ergo: voglia :-) ) toglierti il vizio del fumo. Semplicemente non spendendo i 4,10 euro quotidiani il tuo risparmio dovrebbe ammontare a 123 euro mensili, cioé 14.760 euro in 10 anni che vanno letteralmente in fumo.

Se i 123,00 euro mensili risparmiati li investi in modo che ti rendano un tranquillo 4% annuo, con capitalizzazione composta mensile (non in c/c, quindi), in 10 anni avrai 18.111,73 euro.

Non male eh? Per non dire del risparmio in sciroppi...


giovedì 15 maggio 2008

Cattivi pagatori e Centrali rischi

Le centrali rischi forniscono al sistema bancario e finanziario informazioni sulla posizione creditizia dei clienti che ricorrono al credito e possono essere sia pubbliche che private:

  • Centrale rischi pubblica gestita dalla Banca d’Italia, per finanziamenti di importo superiore a 75.000 euro.
  • Centrale rischi pubblica gestita dalla Società Interbancaria per l’Automazione (SIA) sotto la vigilanza della Banca d’Italia, per finanziamenti di importo inferiore a 75.000 euro e superiore a 30.000 euro.
  • Centrali rischi private per finanziamenti di importo inferiore a 30.000 euro (fino al 2004 non erano regolate da alcuna norma).

Il tempo massimo di conservazione dei dati è di 3 anni.

SIC - Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC)
(G.U. n 300 del 23 dicembre 2004)

Il 1° gennaio 2005 è entrato in vigore il “Codice di deontologia e buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti”.

Tale codice si applica ogni qual volta vengano richiesti:

  • un prestito personale
  • un fido in conto corrente
  • una carta di credito
  • un finanziamento per acquistare a rate un bene o servizio
  • un mutuo

I SIC sono banche dati attraverso le quali banche e intermediari finanziari si scambiano informazioni sui finanziamenti richiesti ed erogati ai loro clienti, sia in occasione dell’istruttoria di un finanziamento, per valutare il merito di credito di un soggetto e il suo livello di indebitamento (ad esempio, la puntualità o il ritardo nel pagamento delle rate di rimborso), sia durante la vita del finanziamento per il controllo del rischio di credito.

Quindi qualunque banca o società di intermediazioni finanziaria a cui sarà chiesto un altro prestito, un finanziamento, una carta di credito, ecc., sarà in grado di sapere se il cliente abbia presentato una recente richiesta di finanziamento, se abbia in corso altri prestiti o finanziamenti e se paghi con regolarità le rate.

Attraverso i SIC, banche e società di intermediazione finanziaria sono in grado di erogare credito semplicemente sulla base della buona storia creditizia del soggetto.

Naturalmente, per concedere un finanziamento le banche o finanziarie oltre a consultare le banche dati, si avvarranno di informazioni che il cliente stesso fornisce e senza le quali, non potendo valutare l’affidabilità del cliente, potrebbe non essere concesso il finanziamento.

Tutti i clienti di una banca o di una società intermediaria dovranno ottenere un foglio informativo che indica che:

  • qualora il cliente sia puntuale nei pagamenti, la conservazione delle informazioni nelle banche dati richiede il suo consenso.
  • In caso di pagamenti con ritardo o di omessi pagamenti, oppure nel caso in cui il finanziamento riguardi un’attività imprenditoriale o professionale, tale consenso non è necessario.

Il cliente, in ogni caso, ha diritto di conoscere i suoi dati e di esercitare i diversi diritti relativi al loro utilizzo (rettifica, aggiornamento, cancellazione, ecc. ).

Tempi di conservazione dei dati nei Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC):

Il nuovo codice di deontologia per i SIC prevede una riduzione dei tempi conservazione dei dati (max 3 anni) rispetto a quella in vigore precedentemente: le centrali rischi private, infatti, conservavano il nominativo dei "cattivi pagatori" anche per più di cinque anni, rendendo più difficoltosa la concessione di ulteriori prestiti persino nel caso in cui il cliente regolarizzava la sua posizione.

Richieste di finanziamento:

6 mesi, qualora l'istruttoria lo richieda, o 1 mese in caso di rifiuto della richiesta o rinuncia alla stessa

Morosità di due rate o di due mesi poi sanate

12 mesi dalla regolarizzazione

Ritardi superiori sanati anche su transazione

24 mesi dalla regolarizzazione

Eventi negativi (ossia morosità, gravi inadempimenti, sofferenze) non sanati

36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui è risultato necessario l'ultimo aggiornamento (in caso di successivi accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso)

Rapporti che si sono svolti positivamente (senza ritardi o altri eventi negativi)

36 mesi

Crif

CRIF S.p.A. è un sistema di informazioni creditizie che raccoglie i dati forniti direttamente dagli Enti finanziatori partecipanti.

La finalità del trattamento dei dati personali non è quella di classificare i “cattivi pagatori” evidenziando solo gli inadempimenti, ma quella di valutare il merito creditizio e contenere il rischio attraverso segnalazioni, inviate da banche e finanziarie, riguardanti l'andamento dei singoli rapporti di credito.

La consultazione della banca dati, da parte di finanziarie e banche, è possibile solo in presenza della firma del cliente sulla clausola relativa al trattamento dei dati.