mercoledì 23 dicembre 2009

Bandi della Regione Sicilia per PM imprese di nuova costituzione, PM imprese femminili e PM imprese giovanili.

A distanza di un inverecondo anno esatto dall'annuncio relativo alle linee guida (di cui parlammo nel dicembre scorso) forse ci siamo.

Si è in attesa dei bandi relativi agli articoli 1 ("imprese di qualita'") e 2 ("nuova imprenditoria e imprenditoria femminile") della Legge 16 dicembre 2008, n.23 (vedi post del 16 febbraio).

Questo, in sintesi, quanto viene offerto dai bandi:

Entrambe le misure previste dagli artt. 1 e 2 prevedono l'esclusione delle impresa artigiane perché queste saranno interessate da misure di competenza di altri assessorati.

Si ricorda che ai sensi dell'art. 2 della L. 23-2008 ("imprese di nuova costituzione", "imprese giovanili" e "imprese femminili") sono ammissibili alle agevolazioni le imprese - con esclusione di quelle artigiane - che, alla data di presentazione della domanda presentino tutti i seguenti requisiti:

a) siano micro, piccole o medie imprese in conformità alla vigente disciplina comunitaria;

b) appartengano ad almeno una delle seguenti categorie, come di seguito definite:

b1) imprese "di nuova costituzione";

b2) imprese "giovanili";

b3) imprese "femminili";

c) siano già iscritte nel Registro delle imprese e, quelle di servizi, costituite sotto forma di società regolari;

d) siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti - non essendo sottoposte a procedure concorsuali né ad amministrazione controllata;

e) abbiano restituito integralmente le eventuali somme dovute in relazione a provvedimenti di revoca di agevolazioni di qualsiasi natura precedentemente concesse dalla Regione Siciliana per i quali, alla medesima data, siano inutilmente decorsi i termini per le opposizioni ovvero sia stata già pronunciata sentenza definitiva;

f) non rientrino tra coloro che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali e incompatibili dalla Commissione europea;

g) non rientrino tra le imprese in difficoltà, così come definite dall'articolo 1, paragrafo 7 del Regolamento CE n. 800/2008 del 6 agosto 2008.

Si ricorda che, ai fini di questa misura, sono considerate "di nuova costituzione" le imprese iscritte al Registro delle imprese da non oltre 5 anni alla data di presentazione della domanda e che non siano state operanti negli ultimi tre anni.

Ai fini di cui sopra, sono considerate non operanti negli ultimi tre anni:

    * le imprese per le quali alla predetta data di presentazione della domanda non risultano ancora approvati tre bilanci o presentate tre dichiarazioni dei redditi, ovvero

    * le imprese che, per almeno uno degli ultimi tre bilanci approvati o delle ultime tre dichiarazioni dei redditi presentate alla predetta data, evidenzino un valore dei ricavi da vendite e/o prestazioni di servizi pari a zero.


I relativi bandi sono attesi a brevissimo. Intanto datevi il tempo di valutare se possono rappresentare per voi un'opportunità. Ci sarà la solita convergenza di interessi a farvi presentare domande: i dottori commercialisti (ok, la mia categoria), le associazioni di categoria che potranno fingere di fornirvi un servizio (a costi vero) e creare cabine di regia e tavoli tecnici, sedicenti consulenti a vario titolo, nani e ballerine, la politica e la macchina amministrativa regionale (una vecchia trabant) che si intesteranno con i nostri mal riposti soldi chissà quali meriti dopo anni di insipiente ritardo e meritata fama di inaffidabilità nel rispettare i tempi delle procedure, le camere di commercio, banche e i funzionari assessoriali regionali in missione a diaria massima.

E voi imprenditori che, talvolta irragionevolmente, potrete finalmente costruire il vostro agognato capannone industriale.

Per esperienza, vi invito a usare ragionevole prudenza: la finanza agevolata è un'opportunità ma a certe condizioni. Non sempre un bando si adatta a tutte le situazioni, a volte può rivelarsi letale o, comunque, tossico. Dovete sempre valutare le conseguenze e le opportunità offerte e confrontarle con i vostri reali bisogni e risorse.

Come sempre invito chi fosse interessato a contattarmi per tempo.

Per ulteriori informazioni potete contattarmi ai numeri 0932-681803 e 348-3807381
o per email: studiobattaglia@crescitapmi.it

martedì 10 novembre 2009

La valutazione degli asset immateriali

Un'azienda è composta da un insieme di asset la cui combinazione produce il risultato economico complessivo. Il metodo reddituale si basa sulla capacità dell'azienda di generare risultati economici positivi (+ricavi e/o - costi = utili) dovuti all'apporto degli asset da valutare.
In particolare il valore dell'apporto è il risultato della somma algebrica del VA (Valore attuale) dei redditi futuri, considerati per un periodo di tempo limitato o illimitato, diminuiti del rendimento normale del capitale investito.
Chi investe in un'azienda guarda al suo valore come se l'azienda avesse una vita indefinita. La vita di un'azienda si compone di 2 periodi: il primo (esplicito) fa riferimento a un ragionevole periodo di tempo per il quale si riesce a fare delle previsioni (3-6 anni).
Il secondo (implicito) è successivo al primo ed è quel periodo per il quale non è credibile fare delle previsioni puntuali dei diversi fattori che portano alla determinazione dei redditi previsti. Per questo motivo si fanno delle assunzioni di lungo termine che sostanzialmente allineano la performance aziendale alle dinamiche complessive dell'economia.
La formula è:
W = R / i
dove:   W = il valore dell'asset
            R = l'incremento di reddito medio normalizzato (cioè depurato delle componenti straordinarie) atteso
            i = il tasso di attualizzazione
Il capitale economico coincide quindi con il valore attuale di una rendita perpetua, la cui rata è rappresentata dal reddito normalizzato prospettico.
Nel caso in cui si voglia considerare un orizzonte temporale definito, e, dunque, limitato (6 anni) la formula sopra esposta dovrà essere modificata in modo da rappresentare una rendita annua posticipata di durata pari a n anni (in cui i indica il tasso di attualizzazione).
W = R / a n-1

Il tasso di attualizzazione
Ha la funzione di attualizzare i flussi economici presunti futuri, pertanto maggiore è il suo valore, minore sarà il valore attuale di tali flussi.
Se i redditi futuri fossero particolarmente incerti sarebbe opportuno utilizzare un tasso piuttosto elevato, che diminuisse l’incidenza dei flussi più lontani nel tempo e quindi più incerti.
  • Deve essere espressione del rischio di impresa, ovvero della possibilità che non vengano effettivamente conseguiti i redditi presunti che si stanno attualizzando; maggiore sarà il rischio, più elevato dovrà risultare il tasso scelto.
  • Deve sintetizzare l’andamento del mercato in cui opera l’azienda che si intende valutare, in particolare potranno essere presi in riferimento i principali indici di redditività settoriali.
  • Affinché si tratti di un tasso effettivamente reale, e non solo monetario, deve essere corretto dell’effetto inflazione: in periodi di forte aumento dei prezzi dovrà essere caricato di un maggior spread richiesto da tale fenomeno.
Si usano due criteri per la determinazione del tasso di attualizzazione: il criterio del tasso opportunità e il criterio del costo del capitale.
Con il primo criterio, il tasso di attualizzazione è sintesi del rendimento di investimenti alternativi con lo stesso grado di rischio dell’azienda che si sta valutando; ci si pone pertanto nell’ottica dell’investitore che deve individuare l’investimento più redditizio.
Il criterio del costo capitale individua invece un tasso di attualizzazione che rappresenta il costo del capitale proprio o l’ipotetico costo medio ponderato dei capitali impiegati nell’azienda (sia a titolo di capitale proprio, sia a titolo di capitale di terzi).
Noi applichiamo il primo criterio, quello del tasso opportunità.
Le componenti fondamentali del tasso opportunità (detto anche tasso equivalente) sono 3, indicate nella seguente formula:
i = i* + r + l
dove:
i = tasso di attualizzazione del reddito medio prospettico
i* = tasso di rendimento di investimenti alternativi con rischio nullo, si tratta cioè della semplice remunerazione del capitale ottenuto in prestito
r = rischio dell’azienda di non conseguire i redditi presunti futuri
l = minor liquidità dell’investimento nel capitale dell’azienda, rispetto ad investimenti alternativi
La prima componente, “i*”, rappresenta quindi il tasso di rendimento interno (il cd.TIR) di un investimento a rischio zero: si tratta pertanto del tasso di remunerazione di un capitale concesso in prestito e la cui restituzione è praticamente certa. Per tali ragioni è spesso approssimato con il tasso di rendimento dei titoli stato (BTP se si prende in considerazione un arco di riferimento medio – lungo, BOT se viceversa si considera un periodo massimo di 12 mesi).
La seconda componente, “r”, è sicuramente di difficile determinazione oggettiva. Esprime infatti il premio di rischio legato all’azienda che si sta valutando, considerando tutte le variabili della gestione: rischio di impresa legato alla perdita di fornitori o clienti, insolvenza, congiuntura economica negativa, modificazione in senso sfavorevole della legislazione, crisi del settore in cui si opera.
Infine la terza componente, “l”, considera il fatto che in genere i titoli di stato, il cui rendimento si è preso in considerazione per la determinazione della prima componente, abbiano una liquidità maggiore del capitale investito nell’azienda; pertanto si dovrà ulteriormente aumentare il tasso di attualizzazione in considerazione del periodo di tempo che richiederà quest’ultimo per diventare liquido.
È il tasso normale atteso da un investitore che consideri l’investimento in capitale di rischio nel settore in cui l’azienda opera. Il tasso utilizzato ai fini dell'attualizzazione (o capitalizzazione) del reddito è, di norma, un tasso che aggiunga al rendimento degli investimenti privi di rischio un adeguato premio per il rischio di perdere l'investimento (gli asset immateriali, nel nostro caso) che si intende conferire.
Il rischio è valutato in funzione di una serie di fattori:
  • situazione economico-sociale generale
  • tipo di attività svolta
  • incidenza dei costi fissi
  • grado di concorrenza
  • elasticità dei prezzi
  • grado di innovazione tecnologica del settore
  • rischi specifici d’impresa
  • rischio paese


lunedì 28 settembre 2009

Pianificazione e programmazione (2a parte)

Dopo la elaborazione del piano, si passa al processo di programmazione, con la definizione degli obiettivi di breve periodo (1 anno). Appare ovvio che non ha alcun senso programmare quel che accadrà nei prossimi mesi se non inquadrando tutto in un'ottica di più ampio respiro. A cosa serve arrivare efficentemente a Londra se in realtà intendevamo arrivare a Ginevra?

La programmazione attua il controllo di gestione, infatti lo strumento utilizzato è il budget, affiancato dal relativo report e dall'analisi degli scostamenti.

Gli obiettivi di breve periodo sono eminentemente di tipo quantitativo, a differenza di quelli strategici che sono spesso di tipo qualitativo. Esempi di obiettivi specifici sono il volume delle vendite o il reddito atteso, importi che devono essere coerenti con gli obiettivi di piano. Inoltre è questo il momento in cui vanno valutate e assegnate le responsabilità ai diversi organi aziendali.

In pratica si procede con le predeterminazione dei costi e dei ricavi.
Si formulano successivamente standard di qualità e di prestazioni che poi vanno trasformati in standard di costo.
Infine si prepara il budget vero e proprio, cioè un insieme coordianto di previsioni tra loro collegate e determinate spesso in modo iterativo. Ad esempio, le previsioni di vendita non sono attendibili senza conoscere le previsioni di produzione che dipendono dalle previsioni della manodopera necessaria. Il budget, come si diceva è un programma annuale, spesso articolato per trimestri o mesi ed organizzato per centri di responsabilità.


(continua)



Paolo Battaglia

venerdì 18 settembre 2009

Pianificazione e programmazione (1a parte)

Nelle imprese la gestione si attua per mezzo della struttura organizzativa attraverso un'insieme di operazioni volte al raggiungimento del fine aziendale, e si articola in più fasi:

1) una prima fase decisionale (pianificazione d'impresa) in cui si fissano gli obiettivi generali e la strategia con cui raggiungerli;


2) una seconda fase (programmazione), in cui si fissano gli obiettivi di breve periodo, che permettono di raggiungere quelli generali, attraverso l'allocazione delle risorse a disposizione


3) una fase esecutiva, durante la quale si realizzano le operazioni individuate nei programmi


4) per finire una fase di controllo, con cui si verifica il raggiungimento degli obiettivi o l'eventuale revisione dei piani generali, anche alla luce dei risultati ottenuti fin qui.


Queste fasi sono presenti praticamente in tutte le organizzazioni (che resistano sufficientemnte al lugno sul mercato), indipendentemente dalla loro formalizzazione e netta distinzione. Un'impresa non può, di fatto, non passare da queste 4 fasi.

La pianificazione e la programmazione non sono quindi sinonimi, anche se spesso i termini vengono utilizzati indifferentemente. La pianificazione è tipica attività di direzione ed ha un orizzonte più lungo, tipicamente di 3-5 anni, a seconda del settore in cui si opera, mentre la programmazione ha uno scenario di 1 anno e si articola poi in periodi inferiori all'anno (trimestri, mesi, settimane).


E' quindi evidente come la pianificazione governi la programmazione che non è altro che la focalizzazione sul singolo anno considerato nella pianificazione.


Lo strumento della pianificazione è il Piano d'impresa o Business plan, mentre quello della programmazione è il Budget, che con i relativi Report e l'analisi degli scostamenti consente il controllo di gestione.

Il processo di pianificazione si articola a sua volta in 2 fasi propedeutiche e di analisi preparatoria e in 3 momenti di attuazione:

1) l'analisi ambientale, con cui si analizza il mercato dove si intende operare. Si analizzano in questa fase il tasso di crescita della domanda, il livello della concorrenza, la disponibilità di materie prime, il sistema tributario, lo stato dell'arte dei processi produttivi, ecc.)
2) l'analisi aziendale, con cui si individuono i punti di forza e di debolezza dell'impresa, in rapporto al mercato (clienti, concorrenti, fornitori). Si esaminano in questa fase, ad esempio, la disponibilità di manodopera, le quote di mercato dell'azienda, il livello qualitativo del prodotto e dei processi produttivi, anche in relazione a quelli dei concorrenti, la rete di distribuzione, la capacità di gestione dei flussi finanziari, ecc.


Le 3 fasi consistono:
a) nella definizione degli obiettivi generali per poi far lavorare l'azienda verso binari chiari e solidi e per creare anche all'interno dell'ambiente aziendale lo stimolo e il senso di responsabilità giusti, il giusto clima e la giusta tensione organizzativa per il perseguimento delle finalità aziendali.

b) nella definizione delle politiche aziendali, cioè negli indirizzi da seguire per il raggiungimento degli obiettivi generali. 


c) nella formulazione del piano vero e proprio, con le definizioni delle variabili produttive, di mercato, finanziarie in un orizzonte di 3 o 5 anni.


(continua...)


mercoledì 8 luglio 2009

Alcune considerazioni sugli strumenti per la costruzione di un piano finanziario

Più volte abbiamo richiamato l'attenzione sull'importanza anche per una piccola e microimpresa dell'attività di pianificazione finanziaria.
Riguardo alle logiche e agli strumenti per la costruzione di un piano finanziario (strutturato ad esempio su 3-5 anni) può essere interessante puntualizzare alcune considerazioni.
1.         Lo strumento di riferimento, il cosiddetto prospetto Fonti e Impieghi previsionale, si costruisce attraverso i seguenti passi logici concatenati:
·         conoscenza (o ipotesi) dello stato patrimoniale di inizio periodo;
·         previsione di conto economico (per gli anni oggetto di previsione);
·         variazione ipotesi condizioni di incasso/pagamento;
·         ipotesi movimenti finanziari cash (investimenti, disinvestimenti, liquidazioni, ecc.);
·         costruzione dello stato patrimoniale e del fonti e impieghi di ciascun fine periodo (previsionale).
I dati gestiti sono determinati secondo criteri e convenzioni di tipo contabile (al contrario del preventivo di tesoreria).
Le poste previsionali sono di regola stimate per aggregati (p.es. variazione Fornitori), senza necessità (né utilità pratica) di analisi e dettagli, opportuni invece in ambito Tesoreria (p.es. pagamento Stipendi, Oneri sociali, Imposte, Fornitori Italia, Affitti, Leasing, ecc).
Il ciclo di previsione ex novo è di tipo iterativo, causa la interdipendenza dell'evoluzione finanziaria con l'evoluzione economica (allorché varia la componente economica si hanno riflessi su quella finanziaria e viceversa, come ad esempio nel caso degli oneri/proventi finanziari che influenzano l'utile d'esercizio. Quest'ultimo influenza l'autofinanziamento che a sua volta influisce  l'indebitamento e, di conseguenza, gli oneri/proventi finanziari).
Si presenta diverso, invece, il caso di previsione dei flussi monetari in ambito Tesoreria che vengono determinati in relazione alla loro ipotizzata (o reale) manifestazione prescindendo dal loro impatto economico e patrimoniale.
Queste differenze di fondo portano spesso a sovrapporre e confondere i due temi (Previsione di tesoreria e pianificazione finanziaria) che hanno, come già rilevato, obiettivi, logiche, strumenti di rappresentazione diversi e specifici e pertanto possiedono in ambito aziendale autonomia ed utilità propri. I punti critici che talvolta si rischia di generare si possono così sintetizzare:
  • inesatta comprensione delle diverse finalità perseguite con la previsione di tesoreria e con il piano finanziario, con conseguente confusione circa i ruoli delle funzioni aziendali interessate, che normalmente sono diverse;
  • incoerenza tra le risultanze del preventivo e del piano riferite allo stesso periodo di tempo: deve essere possibile la riconciliazione, non la ricerca della concordanza delle cifre, concettualmente impossibile.
L'esecuzione, in ambito finanziario, di processi di tipo previsionale risponde all'esigenza di orientare decisioni future concernenti il breve e/o il medio/lungo termine. Con il presente lavoro si intende inquadrare le diverse modalità di affrontare il tema delle previsioni finanziarie evidenziando alcune caratteristiche peculiari, soffermando l'analisi sulla gestione a breve dei flussi di cassa.
Appare infatti critica, trattando i movimenti finanziari, la disponibilità immediata del dato che traducendosi in informazione orienta il tesoriere verso scelte più consapevoli ed più vantaggiose per l'azienda.
Tutto ciò deve essere correlato e reso coerente con il sistema contabile il quale, pur in presenza di un costante e tempestivo aggiornamento, risente comunque di regole di registrazione basate sull'assoluta certezza dei movimenti.
L'approccio contabile, soprattutto con riferimento alla gestione a brevissimo o addirittura immediata dei flussi monetari, può non essere sufficiente: è indispensabile quindi, stante l'assoluta necessità di correlazione e coerenza, introdurre delle regole organizzative che disciplinino, ma al contempo svincolino, la tesoreria dalla contabilità aziendale.
In funzione del tipo di previsione finanziaria in oggetto, di brevissimo (immediato), breve e medio-lungo termine, si impongono infatti delle alternative in termini di:
·         informazioni da gestire e relativo grado di dettaglio;
·         arco temporale oggetto della previsione (giorno, settimana, mese...);
·         frequenza e tempistiche di aggiornamento;
·         logiche e strumenti operativi di elaborazione delle previsioni;
·         modalità di rappresentazione delle informazioni;
·         funzioni aziendali coinvolte nel processo.
La gestione della tesoreria aziendale, sotto l'aspetto previsionale e consuntivo, persegue la finalità di gestire i flussi finanziari nell'immediato e nel breve termine, al fine di controllare ed ottimizzare l'utilizzo delle disponibilità liquide. L'attenzione è quindi rivolta soprattutto a conoscere il totale dei movimenti in entrata ed uscita di banca (e cassa).
L'arco temporale oggetto di osservazione è quindi limitato e diversificato per tipologia di «situazione»: da giorni/settimane a non oltre i quattro-sei mesi (fino all'anno in fase di budget).
Le informazioni gestite vengono rappresentate in sintesi, in un prospetto a cash-flow che evidenzia i movimenti in entrata/uscita e quindi i saldi progressivi di banca (e cassa). La forma scelta per l'aggregazione delle voci non è essenziale (e può variare a seconda dell'azienda) in quanto lo scopo principale è conoscere i movimenti ed il saldo globale di tesoreria.
In azienda, di pari passo, si sviluppa   (con finalità, strumenti, tempistiche e logiche diverse) il processo di pianificazione finanziaria. Questo persegue l'obiettivo di prevedere l'evoluzione del fabbisogno finanziario di medio-lungo termine, nelle sue diverse componenti, e di individuare le possibili coperture: e' pertanto uno strumento direzionale di primario interesse per il vertice aziendale.
L'arco temporale oggetto di osservazione è quello necessario ad un corretto iter di pianificazione, variabile secondo le diverse caratteristiche dell'azienda e dell'ambiente in cui opera.
In genere  risulta  ragionevole  prevedere  un  arco di osservazione di ventiquattro-trentasei mesi, con aggiornamento scorrevole, a frequenze più diluite rispetto quelle previste per il preventivo di tesoreria: ad esempio si può prevedere un arco di osservazione di quattro-sei semestri da aggiornare ogni tre-quattro mesi.
Le modalità di presentazione del piano finanziario avvengono attraverso il prospetto Fonti e Impieghi che evidenzia le variazioni di tutte le componenti patrimoniali, misurando quindi il contributo dei diversi aspetti della "gestione" alla dinamica finanziaria.
Inquadrate le differenze di impostazione, appare opportuno puntualizzare le logiche di trattamento delle diverse tipologie di situazioni di tesoreria.
Le forme assunte dalle «situazioni» di tesoreria
Le forme tipiche assunte dalle «situazioni», previsionali e consuntive, nell' ambito della tesoreria, può essere articolato nel seguente modo:
·         banca reale;
·         banca previsionale;
·         tesoreria previsionale;
·         budget di tesoreria.
La banca reale rappresenterà il saldo banche giornaliero aggiornato, per valuta ed in linea di capitali, in tempo reale attraverso informazioni contabili ed extracontabili.



martedì 30 giugno 2009

Seminario Confindustria Ragusa giugno 2009 - Materiale didattico

Vorrei ringraziare Confindustria Ragusa e gli imprenditori che hanno partecipato ai 2 seminari su contabilità e bilancio e sulla pianificazione economica e finanziaria, da me tenuti presso Confindustria Ragusa il 18 e il 25 giugno scorsi.
I partecipanti possono scaricare qui il materiale didattico relativo, nonché il mio software per il calcolo del punto di pareggio (sono necessari per entrambi user e password, che vi verranno forniti dalla tutor del seminario).



lunedì 15 giugno 2009

Impresa e gestione per obiettivi (3a ed ultima parte)

Il terzo è un obiettivo di carattere finanziario, cioè garantire che i fatti gestionali si sviluppino sotto controllo finanziario, cioè che si susseguano in modo da generare un flusso di entrate monetarie in opportuna connessione di tempo con le necessità di uscite monetarie che vengono via via a maturare.

L'obiettivo si realizza quando le entrate in denaro liquido provenienti da vendite in contanti, incassi di crediti, prestiti bancari o di terzi, conferimenti dei soci sono cronologicamente sufficienti a coprire le uscite di denaro liquido necessarie per pagare gli interessi passivi, le materie prime, le retribuzioni, e per restituire i ratei dei debiti in scadenza.

Per realizzare tale obiettivo sorgono i costi relativi a retribuzioni, oneri contributivi e TFR relativi al personale degli uffici amministrativi e finanziari, gli interessi passivi pagati sui debiti, le spese bancarie.

Tutte queste tematiche rappresentano gli aspetti concreti con cui si esplicita l'organizzazione ed hanno significativi punti di contatto con i due principali prospetti contabili che costituiscono il bilancio, e cioè il conto economico e lo stato patrimoniale, prospetti di cui parleremo in un prossimo post.




martedì 9 giugno 2009

Impresa e gestione per obiettivi (2a parte)

Il secondo obiettivo è di carattere economico: organizzare la struttura in modo che il processo produttivo si realizzi economicamente.

Per raggiungere il secondo obiettivo l'azienda dovrà dotarsi di una struttura che possa permetterle di vendere i suoi prodotti conseguendo ricavi superiori ai costi sostenuti per produrli, in modo da dar luogo alla formazione di utili.
Per realizzare tale obiettivo l'azienda deve porre in atto le tecniche necessarie a portare ad una minimizzazione dei costi e ad una massimizzazione dei ricavi.

Per minimizzare i costi l'azienda deve dotarsi di personale e di servizi in grado di razionalizzare il processo produttivo. Sorgono, pertanto, i costi relativi a retribuzioni, oneri contributivi e TFR relativi al personale direttivo, agli impiegati ed ai quadri che debbono guidare e coordinare l'attività del personale subalterno, retribuzioni, oneri contributivi e TFR relativi al personale addetto alla programmazione, agli acquisti, ai tempi e metodi di lavorazione, al controllo di qualità, consulenze mirate allo studio delle procedure di programmazione, alla individuazione e selezione delle fonti di rifornimento delle materie prime e dei servizi, allo studio delle procedure da attivare per una razionale gestione del magazzino, allo studio dei processi produttivi, all'analisi delle operazioni elementari, allo studio dei movimenti e dei tempi di lavorazione, alle procedure da seguire in sede di controllo della qualità, alla rilevazione calcolo e controllo dei costi.

Per massimizzare i ricavi, sorgono i costi relativi alla creazione di una struttura commerciale in grado di rilevare il maggior numero possibile di dati relativi al mercato, di interpretare tali dati, di tramutarli in ben definiti programmi, di passare all'azione, di individuare eventuali sfasature fra programmi e consuntivi, di porre in atto azioni correttive in grado di riportare la gestione sotto controllo, alle spese promozionali miranti a creare, sostenere ed incrementare la domanda di prodotti da parte del mercato (pubblicità, partecipazione a fiere, materiale pubblicitario), alle spese relative a royalties, brevetti, provvigioni, trasporti e depositi.

(continua...)




giovedì 4 giugno 2009

Impresa e gestione per obiettivi (1a parte)

Ogni impresa si pone obiettivi propri che la rendono diversa da ciascun’altra. E questo accade sia nel caso in cui gli obiettivi vengano formalmente esplicitati (ad esempio con l’elaborazione di un Business Plan o con l’implementazione di un sistema di Controllo di Gestione), sia nel caso in cui gli obiettivi restino sottintesi e, quindi, non incorporati in alcun documento aziendale.

Alcune imprese hanno come obiettivo quello di diventare leader del proprio settore a livello nazionale o mondiale ed aziende che preferiscono rimanere ad operare nell’ambito della provincia o del comune in cui sono insediate. Altre puntano sulla qualità ed altre sulla competitività dei prezzi. Altre considerano di primaria importanza l'innovazione tecnologica ed aziende che continuano, per sceltao per necessità ad operare con macchine obsolete.

E altrettanto diversi possono essere gli obiettivi delle varie imprese in ordine alla definizione del proprio mercato, alla scelta dei prodotti da offrire alla clientela, ai canali di distribuzione utilizzati per far pervenire i prodotti ai consumatori ed agli utilizzatori finali, alla dimensione della loro struttura commerciale, ai mezzi promozionali posti in atto per creare e incrementare la domanda di prodotti, alle tecniche di vendita adottate, ai servizi suppletivi resi ai clienti, all'utilizzazione delle risorse, ai rapporti col personale, all'attenzione posta ai problemi dell'inquinamento e della tutela dell'ambiente, ai rapporti con le autorità, con le comunità locali, con i rappresentanti sindacali.

Tutti questi obiettivi possono essere considerati, nella generalità dei casi, come strumentali a tre obiettivi fondamentali che sono comuni a tutte le aziende, indipendentemente dalla loro dimensione, dal settore in cui operano e dalla loro localizzazione.

Questi obiettivi sono:

  1. la creazione di una struttura che possa realizzare materialmente il processo produttivo;
  2. organizzare detta struttura in modo che il processo produttivo si realizzi economicamente;
  3. far sì che i fatti gestionali si sviluppino sotto controllo finanziario.
Sono poche le imprese in grado di conseguire tutti e tre gli obiettivi pienamente e continuativamente, ma disattenderne anche uno solo, per un lungo periodo, significa pregiudicare il futuro dell’azienda.

Il primo obiettivo consiste nel fatto che l’azienda dovrà dotarsi di una struttura tecnica adeguata a produrre. L'adeguatezza tecnica riguarda la scelta degli impianti, delle macchine, delle attrezzature necessarie per ottenere prodotti aventi i requisiti richiesti dal mercato, la definizione delle caratteristiche delle materie prime da utilizzare per ottenere prodotti aventi detti requisiti, la ricerca, la selezione e la formazione di personale avente il grado di specializzazione necessario per realizzare la trasformazione delle materie prime in prodotti finiti.

Per rispondere positivamente a queste necessità l'azienda deve darsi una struttura, per cui sorgono i costi relativi ad ammortamenti, manutenzioni, acquisti di materie prime, materie sussidiarie, di consumo, merci, pagamento di canoni relativi ad acqua, energia motrice, metano, retribuzioni, oneri contributivi e TFR relativi alla manodopera diretta ed indiretta.

(continua...)

martedì 21 aprile 2009

Controllo di gestione: i centri di responsabilita'

Il budget si articola per CENTRI DI RESPONSABILITA’.

Ciò significa che il budget è scomposto in una serie di budgets “settoriali”, con i quali si guida e si responsabilizza il comportamento dei vari managers e capi.

L’efficace funzionamento di un’impresa richiede un sistema di controllo budgetario:

a) che sia articolato per centri di responsabilità
b) che guidi i responsabili di centro verso obiettivi specifici
c) che nello stesso tempo garantisca il coordinamento tra i suddetti centri e tra i rispettivi obiettivi

Centri di responsabilità

Ogni centro di responsabilità dovrebbe avere i propri parametri o indici di valutazione, derivanti da un processo di scomposizione degli obiettivi aziendali in sub-obiettivi.

Di regola vengono classificati in:
  • centri di costo
  • centri di ricavo
  • centri di profitto
Centri di costo

Ogni unità organizzativa, in quanto impiega risorse, influenza con il proprio operato il sostenimento di certi costi.
Pertanto qualsiasi unità organizzativa può essere definita un centro di costo (in senso lato).
In senso stretto C.d.c. sono le AREE DI RESPONSABILITA’ in grado di influenzare in via diretta e immediata solo costi (e non, ad es. ricavi).

Per ogni voce di costo controllabile, si debbono individuare le effettive “leve” di intervento dei capo-centro, cioè su quali componenti di un costo vada indirizzata la loro azione (ad es. il coefficiente unitario d’impiego della mano d’opera).

L’identificazione dei componenti di costo influenzabili dal capo-centro viene particolarmente sviluppata nella “analisi degli scostamenti”.

Il controllo economico di gestione, dal punto di vista organizzativo, si basa su questi principi:
  1. vanno individuate con chiarezza le leve d’intervento nelle mani di singoli capi-centro;
  2. non va però esasperato il processo di separazione delle responsabilità, specie quando sia evidente che queste sono inscindibili.
Centri di ricavo

Tra i centri di responsabilità che contribuiscono al conseguimento del risultato economico aziendale, ve ne sono alcuni in cui le azioni dei responsabili influenzano in modo diretto ed in misura significativa: 
i ricavi di vendita
  • i costi di funzionamento connessi al conseguimento dei ricavi
Si tratta di centri dell’area commerciale dediti a funzioni di vendita.

Un corretto controllo esige anche qui una chiara individuazione delle “leve” d’intervento nelle mani del capo-centro (con la consapevolezza che in molti casi la responsabilità dei capo-centro opera in modo congiunto e inscindibile):

1) quali fattori che compongono i ricavi sono direttamente influenzabili dal capo-centro?
  • Il volume di vendita
  • Il prezzo di vendita
  • Il mix dei prodotti
2) Che tipi di costo sono controllabili in quest’area
  • Costi prevalentemente discrezionali (pubblicità)
Centri di profitto

Sono unità organizzative dotate di ampia autonomia decisionale le cui azioni influenzano in misura significativa il risultato economico (ricavi – costi) di particolari combinazioni produttive (ad es. una “linea” di prodotti).

Le leve d’intervento sono le variabili fondamentali del reddito:
 
  • Prezzi d’acquisto dei fattori produttivi
  • Efficienza d’impiego dei medesimi
  • Volumi di produzione e di vendita
  • Mix dei prodotti venduti
  • Prezzi di vendita dei prodotti


mercoledì 15 aprile 2009

Non riesci a portare a termine i tuoi piani? Usa le tecniche del Project Management

Una delle regole più importanti nell'elaborazione di un buon business plan, è quella per cui a fronte di ogni elemento di strategia si prevedano almeno 5 elementi di azioni da compiersi. E' importante infatti che il business plan sia soprattuto un piano d'azione, non una raccolta di sogni.

In post precedenti si è avuto modo di dire che porsi degli obiettivi senza prendere in considerazione le risorse (lavoro umano e costi), i tempi e la misurabilità dei risultati attesi, equivale a non porsi obiettivi, ma semplici enunciazioni di cose da farsi. Prima o poi. Quindi, potenzialmente, sempre domani. Quindi, potenzialmente, mai :-).

Da qui la necessità di prevedere la implementazione dei propri piani, e le tecniche di "project management" servono proprio (e non solo) a questo. Vediamo come funzionano.

Le tecniche di project management possono applicarsi a qualunque progetto, non solo a piani rivoluzionari o di straordinaria complessità o a business plan ambiziosissimi, ma anche a una semplice strategia di presa di contatto con un cliente, o all'apertura di un nuovo ufficio o all'organizzazione della propria settimana lavorativa.

Il punto di partenza è quello di scomporre ogni progetto in azioni più piccole, e queste ultime in azioni ancora più piccole, fino ad arrivare ad una serie di micro azioni semplici e di facile gestione, realizzabili in termini di poche ore per ogni singola microazione.


Dopodiché è necessario assegnare le priorità alle singole microazioni, numerandole, ad esempio, con 1 per l'azione più importante e con 5 la meno importante (per quanto utile, altrimenti non farebbe parte delle azioni del progetto, vero? :-).

A questo punto si passa alla determinazione delle interdipendenze temporali delle singole azioni, cioè determinare quali azioni devono essere predecessori delle altre ponendole in sequenza cronologica.
Graficamente tutto questo viene raffigurato in un diagramma di Gantt, grafico spesso richiesto in fase di progettazione con enti pubblici e con l'UE.

Infine si attribuisce ad ogni singola azione una risorsa, intendendo per tale la persona che si farà carico di portare a termine quell'azione entro una determinata data, sapendo che dal compimento entro la data stabilità del proprio "task", dipendono i task altrui.

Un ottimo software che aiuta nella gestione dei progetti è Microsoft Project ma esistono altri software commerciali analoghi (Jcvganttpro, ad esempio). Esistono anche diversi software open source e noi, come sempre, tendiamo a preferire queste versioni. Quella che il nostro studio usa è GanttProject.

Applicando semplici tecniche di project management possiamo svolgere meglio progetti paralleli senza perdere la visione d'insieme delle cose, possiamo più facilmente collaborare con gli altri, assegnare ai nostri collaboratori (e/o a noi stessi) dei compiti non complicati e di facile realizzazione perché scomposti in semplici microazioni, regalandoci quella piacevole sensazione di "completamento" delle cose portate a termine, senza lasciare "in background" l'idea di aver ancora così tanto da fare e non aver ancora concluso nulla, eliminando il pericolo, sempre in agguato, di rinviare quelle azioni che riteniamo insormontabilmente pesanti e faticose. La tendenza di molti alla procrastinazione (rinviare telefonate "difficili", rinviare l'aggiornamento di contabilità in arretrato, iniziare la giornata con la lettura del giornale o dei nostri siti preferiti), è un segnale che stiamo cercando di evitare qualcosa.
Parleremo più diffusamente in un altro post della relazione tra tendenza alla procrastinazione e tendenza al disordine finanziario, perché sono strettamente interconnessi.





martedì 7 aprile 2009

Controllo di gestione: preventivo economico e finanziario

Il controllo di gestione economica o finanziaria si realizza predisponendo i seguenti elaborati:
  1. il preventivo economico o finanziario annuale
  2. il rapporto mensile di controllo degli scostamenti
Il preventivo economico e finanziario va redatto in autunno per l'anno successivo e va approvato entro il 20 dicembre dell'anno precedente. Tale prospetto si esegue una volta all'anno e richiede relativamente poco tempo per la sua compilazione materiale, ma se non viene redatto realisticamente l'intero sistema di controllo di gestione risulterà inutile.

Per questo motivo il prospetto è modificabile in corso d'anno, soprattutto in considerazione delle sempre difficili previsioni finanziarie (più che quelle economiche). 

Per il primo anno il prospetto sarà costruito da zero, mentre per gli anni successivi si potranno praticare alcuni automatismi. Ad esempio:

a. assumendo gli stessi valori del preventivo relativo al precedente esercizio;
b. maggiorando le singole voci del precedente preventivo (ad. es. +12%);
c. assumendo come preventivo attuale i dati consuntivi del precedente esercizio.

In realtà è sempre buona norma imputare nuovamente da zero l'intero preventivo.

L'altro importante prospetto è il rapporto mensile (economico e finanziario) predisposto per la rilevazione mensile degli scostamenti a consuntivo. Poiché si tratta di rilevare a consuntivo gli stessi dati così come impostati nella previsione, non si tiene conto della contabilità analitica o dei costi, che può anche non sussistere affatto. Infatti gli scopi della contabilità analitica e quelli del controllo di gestione sono diversi: il controllo di gestione ha lo scopo di supportare l'impresa nell'effettuare le scelte necessarie a raggiungere gli obiettivi prefissi, mentre la contabilità analitica ha lo scopo di far conoscere la composizione dei costi e dei ricavi, ad esempio per valutare la economicità delle singole fasi di lavorazione o per determinare correttamente i prezzi.
Quindi controllo di gestione e contabilità analitica non sono tecniche alternative ma complementari e integrabili.

Il preventivo economico indicherà il volume di ricavi e le quantità da vendere, i costi di produzione e le quantità da vendere, i consumi, i costi del personale e il personale in forza, l'utile d'esercizio e il volume dell'attività complessiva.
Il preventivo finanziario indicherà, invece, la posizione finanziaria dell'impresa, le esigenze di credito aggiuntivo e la sua durata.


In definitiva, il preventivo annuale serve a determinare gli obiettivi da perseguire e i rapporti mensili serviranno per verificare periodicamente che l'azienda si trovi lungo il sentiero "giusto" o, per lo meno, quello che si ritiene strategicamente rilevante. Ecco perché il rapporto mensile viene costruito per evidenziare per tempo eventuali scostamenti e procedere ad eventuali riallineamenti o a rimodulazioni del preventivo.





martedì 31 marzo 2009

La tendenza all'indebitamento

Un conto corrente in rosso per mesi, o addirittuta per anni è causa di stress, a livello conscio e inconscio. Un conto ben fornito o un portafoglio pieno di contanti, invece, trasmettono un senso di benessere.

Le persone infelici si procurano istintivamente uno scoperto bancario. le loro preoccupazioni inconsce e invisibili, le paure e i dubbi diventano in questo modo visibili, rappresentati da cifre negative sull'estratto conto. Inconsciamente, è la loro mente a decidere se il conto debba mostrare un saldo attivo o passivo.

Il denaro è una esteriorizzazione diretta di processi interiori. Si tratta di riconoscere tali processi e saperli gestire.

Quando ci si trova costantemente in passivo con le banche siamo in presenza di una forma strutturale di disordine finanziario. E una forma strutturale di disordine finanziario è spesso causata da una forma di disordine personale più generale.
Quando si arriva SEMPRE in ritardo agli appuntamenti, non è sempre colpa dei mezzi che non funzionano o della sveglia che non suona.

Numerosi studi hanno appurato che le persone che tendono a ridursi all'ultimo giorno utile di una scadenza, o arrivano in ritardo ad un appuntamento, "sforando" nel limite (l'orario=la disponibilità di denaro), tendono anche ad indebitarsi.

Di quanto?

Esattamente della disponibilità (anche a debito) di cui possono disporre. Se non hanno una possibilità di indebitarsi, riescono a sopravvivere con i soldi a disposizione, altrimenti si indebiteranno nella misura del fido loro concesso. E' un processo guidato dall'inconscio, attivo anche con i ritardi, più frequenti con le persone pazienti, meno frequenti con chi non concede loro nenche un minuto in più.
L'inconscio punta dritto esattamente fino a dove può arrivare.

Questa "situazione finanziaria interiorizzata" porta un individuo che ha un fido di 15.000 euro a indebitarsi fino a quella soglia. E se gli si concederà un'ampliamento della soglia di fido di ulteriori 15.000 euro, molto probabilmente, tenderà ad ampliare il suo indebitamento fino a quota 30.000 euro.

Ovviamente quest'argomento vale per chi non esercita alcuna forma di controllo su di sé e sulle proprie finanze.

E' importante che stabiliate che la vostra situazione finanziaria interiorizzata debba sempre avere un valore positivo. Non accettate di mantenere per lungo tempo una situazione di scopertura sul conto corrente.

Una volta usciti da una situazione di scopertura, ad esempio, decidete quale debba essere l'importo minimo sotto il quale non dovrà scendere il saldo del vostro conto corrente.

Sul raccoglitore dove archiviate i vostri estratti conto scrivete a caratteri cubitali: LIMITE DI CREDITO: MINIMO 2.500.

Rispettate questo limite che vi siete dati, resistete alla tentazione di investimenti alternativi che vi costringano ad utilizzare scoperture, e preoccupatevi di conservare sempre una certa quantità di denaro, sia sul conto, sia nel portafoglio.



martedì 24 marzo 2009

I fattori critici per un controllo di gestione efficace: la tempestivita'

Uno dei fattori critici nell'implementazione di un sistema di gestione è la tempestività nella presentazione dei rapporti. Il bilancio preventivo annuale e i report mensili, se non sono predisposti, predisposti e discussi con il management dell'impresa tempestivamente, si rivelano strumenti perfettamente inutili.

Per far sì che tutto "fili liscio", è necessario rimuovere alcuni ostacoli. 

Il primo ostacolo è eliminato quando il personale addetto alla contabilità avrà abbandonato una visione esclusivamente computistica dei fatti amministrativi accaduti per assumere una nuova visione attiva e dinamica volta a gestire gli accadimenti piuttosto che a subirli. In Italia la contabilità è spesso vista solo come un adempimento fiscale obbligatorio, un costo da sostenere per evitare sanzioni, con la conseguenza che i fatti amministrativi vengono rilevati dopo 30-60 giorni e oltre.
Il CdG (Controllo di Gestione), invece, deve essere tempestivo, effettuato in tempo reale, altrimenti non sarà possibile realizzare lo scopo vero del Cdg che è l'assunzione di decisioni.

Si dovrà, quindi, passare da una visione contabile che rileva i fatti d'amministrazione in modo estremamente precisa, corretta e completa ma in tempi medio lunghi ad una visione amministrativa che rilevi i fatti amministrativi in modo magari meno completo e esatto al centesimo (anche con costi standard, purché attendibili) ma in tempo reale.
A questo proposito, si deve quindi anche superare il timore di fornire dati non ancora certi e definitivi ma solo stimati. Un dato tempestivo e attendibile ha maggior valore per le scelte aziendali di un dato certo e preciso, ma storico.

In generale, sarà necessario valorizzare le poste più significative con i seguenti criteri:

  1. i ricavi: a ricavi realizzati
  2. i consumi della merce di vendita: a costi standard predeterminati
  3. il costo del personale: a costi effettivi rettificati per tener conto dei ratei tredicesima e quattordicesima, premio produzione, TFR, ferie, INAIL, ecc.
  4. gli ammortamenti: a costi standard in 12' o 11' del preventivo o in base alla produzione o alle vendite
  5. le spese generali: a costi standard o a costi effettivi
  6. le altre spese di produzione e le prestazioni di terzi: a costi standard sulla produzione o sulle vendite
  7. gli oneri finanziari: a costi effettivi, a valori stimati, a valore da preventivo

I valori diversi da quelli effettivi sono quelli che devono essere stimati e non contabilizzati, e devono essere almeno attendibili, se proprio non precisi.



(continua...)





martedì 17 marzo 2009

I fattori critici per un controllo di gestione efficace: l'essenzialita' e l'efficacia dei report

Sono in commercio tanti software per il controllo di gestione, alcuni moduli sono forniti in bundle con i software di contabilità generale. Certo non è la "quantità" di informazioni in azienda a mancare, semmai il contrario. Il vero problema è semmai l'individuazione dei dati utili e la loro rappresentazione sintetica. 

I prospetti di preventivo (budget) annuale e i rapporti (report) mensili vanno redatti su una sola pagina, e devono contenere tutti i dati e indici economici e finanziari utili per il controllo della gestione dell'intera azienda, del settore, del reparto e così via.

Un rapporto così semplificato consente di familiarizzare con quello che gradualmente nell'azienda diventerà il documento di riferimento "ufficiale" dell'azienda su cui basare le decisioni.
In più un documento semplificato comporterà tempi e quindi costi di realizzazione trascurabili. 


La realizzazione del preventivo annuale, se si esclude la preparazione nei vari settori aziendali, non comporta che un impegno di poche decine di minuti, il report mensile una trentina e, sempre attenendosi al principio di semplificazione delle procedure, non comporterà, in un anno, più di 10 ore di lavoro.


I rapporti, oltre che essenziali, devono essere anche decodificabili da chi non abbia una specifica preparazione amministrativa. Questo è un altro ostacolo da superare. 

Devono essere inoltre integrati da dati extra-contabili (pezzi, chilometri e ore guida, tonnellate e metri quadri, presenze, quantità ordinate dai clienti, quantità prodotte, ecc.) e da alcuni indici, quali il costo medio del personale (mensile, orario, costi per ora di produzione, ricavi per ora di produzione, ecc.).
Per renderli efficaci i rapporti occorre inoltre poterli comparare nel tempo per verificare il trend degli ultimi anni o mesi, in modo da poter verificare, ad esempio, cosa si sia venduto nello stesso mese dell'anno scorso e di quello precedente.


Ripeto, lo sforzo più grosso dovrà essere non finalizzato a fornire il maggior numero di informazioni possibile, ma la loro intellegibilità, focalizzando sempre l'attenzione sullo scopo del controllo di gestione che è quello di fornire rapide informazioni sulla base delle quali orientare l'azione dell'azienda.


martedì 10 marzo 2009

Il controllo di gestione: i singoli budget

Il Budget economico

Il B. economico assume la forma di un Conto Economico (CE).

Il budget economico che dovrà evidenziare i costi e i ricavi dell’esercizio futuro, il reddito d’esercizio, risultati economici LORDI o INTERMEDI, quali margine lordo di contribuzione (ricavi di vendita – costi variabili), reddito operativo (ricavi di vendita – tutti i costi operativi), reddito prima delle imposte (ricavi meno tutti i costi eccetto le imposte sul reddito).
Il Budget patrimoniale

È uno Stato Patrimoniale preventivo, riferito al 31 dicembre dell’anno successivo.

Viene rappresentato riclassificando il documento tradizionale (ATTIVO in dare e PASSIVITA’ + CAPITALE NETTO in avere) secondo criteri finanziari, distinguendo le voci così:
  • Da un lato INVESTIMENTI di capitale
  • Dall’altro le FONTI di finanziamento (Capitale proprio e capitale di debito)
Il Budget finanziario

È un documento che accoglie valori di natura finanziaria, previsti per il successivo esercizio (non al termine di esso).

I flussi finanziari accolti in tale budget si possono così distinguere:
  • Prospetto di Cash Flow
  • Budget di cassa

venerdì 6 marzo 2009

Pubblicate le linee guida delle misure per "imprese di qualita'" e per "imprese giovanili e femminili" nella Regione Sicilia

Sono state pubblicate sulla GURS del 27 febbraio 2009 n.9 le direttive e le linee guida relative agli articoli 1 ("imprese di qualita'") e 2 ("nuova imprenditoria e imprenditoria femminile") della Legge 16 dicembre 2008, n.23 (vedi post del 16 febbraio).
I relativi bandi sono attesi a brevissimo. Intanto le linee guida sono importanti perché consentono di valutare l'opportunità o meno di accedere alle misure. Come sempre invito chi fosse interessato a contattarmi per tempo.
Entrambe le misure previste dagli artt. 1 e 2 prevedono l'esclusione delle impresa artigiane perché queste saranno interessate da misure di competenza di altri assessorati.
Si ricorda che ai sensi dell'art. 1 della L. 23-2008 ("imprese di qualità") sono ammissibili alle agevolazioni le imprese - con esclusione di quelle artigiane - che, alla data di presentazione della domanda presentino tutti i seguenti requisiti:
a) siano micro, piccole o medie imprese in conformità alla vigente disciplina comunitaria;

b) siano state operanti negli ultimi tre anni (sono considerate tali le imprese che, per ciascuno degli ultimi tre bilanci approvati o delle ultime tre dichiarazioni dei redditi presentate alla predetta data, evidenzino un valore dei ricavi da vendite e/o prestazioni di servizi maggiore di zero);

c) presentino, con riferimento ai predetti tre bilanci/dichiarazioni, una somma algebrica dei relativi risultati d’esercizio maggiore di zero, ovvero una media positiva delle variazioni del valore dei ricavi da vendite e/o prestazioni di servizi registrato in ciascuno negli ultimi due esercizi rispetto al precedente;

d) siano già iscritte nel Registro delle imprese e, quelle di servizi, costituite sotto forma di società regolari;

e) siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti - non essendo sottoposte a procedure
concorsuali né ad amministrazione controllata;

f) abbiano restituito integralmente le eventuali somme dovute in relazione a provvedimenti di revoca di agevolazioni di qualsiasi natura precedentemente concesse dalla Regione Siciliana per i quali, alla medesima data, siano inutilmente decorsi i termini per le opposizioni ovvero sia stata già pronunciata sentenza definitiva;

g) non rientrino tra coloro che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali e incompatibili dalla Commissione europea;

h) non rientrino tra le imprese in difficoltà, così come definite dall’articolo 1, paragrafo 7 del
Regolamento CE n. 800/2008 del 6 agosto 2008 e dagli orientamenti comunitari sugli aiuti di
Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà.



Si ricorda che ai sensi dell'art. 2 della L. 23-2008 ("imprese di nuova costituzione", "imprese giovanili" e "imprese femminili") sono ammissibili alle agevolazioni le imprese - con esclusione di quelle artigiane - che, alla data di presentazione della domanda presentino tutti i seguenti requisiti:

a) siano micro, piccole o medie imprese in conformità alla vigente disciplina comunitaria;

b) appartengano ad almeno una delle seguenti categorie, come di seguito definite:

b1) imprese “di nuova costituzione”;
b2) imprese “giovanili”;
b3) imprese “femminili”;

c) siano già iscritte nel Registro delle imprese e, quelle di servizi, costituite sotto forma di società regolari;

d) siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti - non essendo sottoposte a procedure
concorsuali né ad amministrazione controllata;

e) abbiano restituito integralmente le eventuali somme dovute in relazione a provvedimenti di revoca di agevolazioni di qualsiasi natura precedentemente concesse dalla Regione Siciliana per i quali, alla medesima data, siano inutilmente decorsi i termini per le opposizioni ovvero sia stata già pronunciata sentenza definitiva;

f) non rientrino tra coloro che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali e incompatibili dalla Commissione europea;

g) non rientrino tra le imprese in difficoltà, così come definite dall’articolo 1, paragrafo 7 del
Regolamento CE n. 800/2008 del 6 agosto 2008.

Si ricorda che, ai fini di questa misura, sono considerate “di nuova costituzione” le imprese iscritte al Registro delle imprese da non oltre 5 anni alla data di presentazione della domanda e che non siano state operanti negli ultimi tre anni.

Ai fini di cui sopra, sono considerate non operanti negli ultimi tre anni:
  • le imprese per le quali alla predetta data di presentazione della domanda non risultano ancora approvati tre bilanci o presentate tre dichiarazioni dei redditi, ovvero
  • le imprese che, per almeno uno degli ultimi tre bilanci approvati o delle ultime tre dichiarazioni dei redditi presentate alla predetta data, evidenzino un valore dei ricavi da vendite e/o prestazioni di servizi pari a zero.
Per ulteriori informazioni potete contattarmi ai numeri 0932-681803 e 348-3807381
o per email: studiobattaglia@crescitapmi.it




martedì 24 febbraio 2009

Il controllo di gestione: a cosa serve

Vediamo un po' cos'è il budget. 
In pratica è un documento che evidenzia i risultati economici e finanziari che l’azienda intende raggiungere.
Determina, cioè, gli obiettivi di gestione, da confrontare con i risultati effettivi.

È un piano a BREVE TERMINE con estensione temporale di 1 anno.

Dovrebbe essere redatto possibilmente entro il 30 NOVEMBRE di ogni anno e approvato entro dicembre.

Può essere articolato per intervalli di tempo anche infrannuali (trimestrali, mensili, ecc.).

Il Budget consente di:

  • fare simulazioni 
  • quantificare il fabbisogno di capitale
  • identificare i valori da tenere sotto controllo
  • verificare l’impatto sul risultato di gestione delle variazioni nelle politiche di mercato
  • elaborare piani alternativi
  • mettere sotto controllo i vari responsabili di funzione
  • mettere sotto controllo i vari prodotti (nel caso di azienda manifatturiera) o le varie attività (nel caso di azienda di servizi)

Per chi farlo?
  • Per chi preparare un budget (chi lo leggerà)?
  • Per te e il tuo team
  • Per il tuo capo
    Per il reparto amministrativo (finanza e/o contabilità, risorse umane)
 Perché porsi il problema di realizzare un budget?
  • Per simulare i programmi di gestione futura
  • Per analizzare le prestazioni reali dell’azienda
  • Per i benchmark (confronti) interni ed esterni
  • Per l’organizzazione e il controllo (aiuta il processo di delega)
  • Per aiutare gli individui, i reparti e l’azienda a conseguire gli obiettivi pianificati
  • Perché è uno strumento per indurre motivazione
  • Perché è unostrumento di assestamento della negoziazione sulle risorse
  • Perché costituisce l'autorizzazione formale alla destinazione delle risorse
  • Perché è un mezzo di comunicazione interno ed esterno per illustrare le responsabilità della società nei confronti di:
  • Creditori
  • Fornitori
  • Dipendenti
  • Clienti
  • e… proprietari -

Il budget aziendale si compone delle seguenti parti:
  • budget economico
  • budget patrimoniale
  • budget finanziario

 ...continua...


lunedì 16 febbraio 2009

Prossima pubblicazione del bando "Aiuti agli investimenti" nella Regione Sicilia

L’assessore regionale all’Industria, Pippo Gianni, ha inviato per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il decreto ed il bando per l’attivazione degli aiuti alle imprese di qualità, in attuazione all’articolo 1 “Aiuti agli investimenti” della legge 6 dicembre 2008 n.23, ”Disposizioni per favorire lo sviluppo del settore industriale in Sicilia in attuazione del programma operativo Fondo europeo di sviluppo regionale (P.O. FESR 2007/2013)”.

La misura si prefigge di consolidare e potenziare l’apparato produttivo siciliano maggiormente competitivo e di qualità. L’intervento si rivolge, infatti, solamente ai soggetti che dimostrano di possedere buone capacità imprenditoriali e che potenzialmente siano in grado di assicurare un effetto moltiplicatore, in termini di ricadute socioeconomiche sul territorio, di risorse pubbliche messe a disposizione per gli interventi oggetto di agevolazione.
Al fine di raggiungere questo obiettivo con la massima efficienza ed imparzialità, l’Assessorato ha scelto regole chiare e automatismi trasparenti, inclusa la previsione di termini e modalità rigorosi da osservare per gli adempimenti delle imprese, pena il rigetto della domanda. Tutto ciò, per assicurare tempi brevi all’ individuazione dei beneficiari, all’ assegnazione - ed eventuale riassegnazione - dei fondi stanziati, nell’interesse delle imprese concorrenti e in vista della migliore allocazione delle risorse.
Per la gestione degli interventi il dipartimento Industria e Miniere si avvale di un gestore concessionario, determinato con una convenzione tesa ad evitare duplicazioni dell’attività istruttoria e ad assicurare snellezza e rapidità procedurali.
Possono usufruire delle agevolazioni le micro, piccole o medie imprese che hanno operato negli ultimi tre anni, iscritte nel Registro delle imprese e, quelle di servizi, costituite sotto forma di società regolari, e non sottoposte a procedure concorsuali né ad amministrazione controllata.
Le agevolazioni possono essere richieste, anche in combinazione fra loro, nelle seguenti tipologie:
a) contributo in conto impianti;
b) contributo in conto interessi;
c) finanziamento agevolato.
Le spese ammissibili, riguardano in generale:
a) progettazioni ingegneristiche riguardanti le strutture dei fabbricati e gli impianti, sia generali che specifici, direzione dei lavori, studi di fattibilità economico-finanziaria e di valutazione di
impatto ambientale, oneri per le concessioni edilizie, collaudi di legge, prestazioni di terzi per
l’ottenimento delle certificazioni ambientali secondo standard e metodologie internazionalmente
riconosciuti;
b) suolo aziendale, sue sistemazioni e indagini geognostiche;
c) immobili, opere murarie e assimilate, impianti generali e infrastrutture specifiche aziendali;
d) macchinari, impianti ed attrezzature varie, nuovi di fabbrica, ivi compresi quelli necessari
all'attività amministrativa dell'impresa, ed esclusi quelli relativi all'attività di rappresentanza;
mezzi mobili strettamente necessari al ciclo di produzione purché dimensionati alla effettiva
produzione, identificabili singolarmente ed a servizio esclusivo dell'impianto oggetto delle
agevolazioni;
e) programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa;
f) brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi.
I settori ammessi a finanziamento saranno tantissimi, tra gli altri (ma ci riserviamo di attendere la prossima pubblicazione del bando per avere un definitivo e più completo dettagliato elenco):
  • le attività di estrazione di minerali da cave e miniere;
  • la lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi mediante surgelamento, salatura;
  • la lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi;
  • la produzione di oli e grassi vegetali e animali;
  • la produzione di piatti pronti a base di pesce, inclusi fish and chips;
  • l'industria delle bevande;
  • le industrie tessili;
  • la confezione di articoli di abbigliamento;
  • la confezione di articoli in pelle e pelliccia;
  • la preparazione e concia del cuoio e pelle;
  • la preparazione e tintura di pellicce; industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili);
  • la fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio;
  • la fabbricazione di carta e cartone;
  • la fabbricazione di prodotti chimici;
  • la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici;
  • la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche;
  • la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, di apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi;
  • la fabbricazione di cavi a fibra ottica;
  • la fabbricazione di apparecchi per uso domestico o di altre apparecchiature elettriche;
  • la fabbricazione di apparecchi per istituti di bellezza e centri di benessere;
  • il recupero dei materiali;
  • l'edizione di software, la produzione di software, la consulenza informatica e le attività connesse;
  • attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici;
  • ricerca scientifica e sviluppo.
Quando il bando sarà pubblicato saremo in grado di fornire maggiori dettagli. Nel frattempo vi invitiamo a verificare le precondizioni per l'accesso alla misura.

Si è anche in attesa della pubblicazione di ulteriori bandi nelle prossime settimane.

Per contatti: 0932-681803 e 348-3807381