mercoledì 27 ottobre 2010

Pianificazione Finanziaria: il budget di tesoreria (o di cassa).

Con il Budget di Cassa l’azienda verifica in anticipo la disponibilità dei mezzi liquidi occorrenti, tipicamente con cadenza SETTIMANALE o MENSILE.
Il Budget di cassa può essere molto efficace anche in assenza di un sistema di Budget più completo.
I flussi di entrata ed uscita di cassa sono, comunque, SEMPRE strettamente ricollegabili a programmi già determinati in fase di formazione degli altri budget.

Ricordate che deve essere possibile la riconciliazione, non la ricerca della concordanza delle cifre, concettualmente impossibile.

Tenete anche conto che il semplice “spalmare” le uscite mensilmente svuota di senso lo strumento Budget di Cassa. L’informazione sui saldi periodici è molto importante, in quanto segnala alla direzione:

  • la disponibilità, in certi periodi, di mezzi liquidi eventualmente da investire
  • la necessità, in altri periodi, di reperire i mezzi liquidi necessari per fronteggiare uno sbilancio di cassa

L'approccio contabile, soprattutto con riferimento alla gestione a brevissimo o addirittura immediata dei flussi monetari, può non essere sufficiente.

Spesso si impongono, infatti, delle alternative in termini di:

  • informazioni da gestire e relativo grado di dettaglio;
  • arco temporale oggetto della previsione (giorno, settimana, mese...);
  • frequenza e tempistiche di aggiornamento;
  • logiche e strumenti operativi di elaborazione delle previsioni;
  • modalità di rappresentazione delle informazioni;
  • funzioni aziendali coinvolte nel processo.

Pianificazione Finanziaria: le informazioni desumibili dal prospetto di Cash Flow.

Dal prospetto Impieghi e Fonti riusciamo a ritrarre (e a spiegare ad un finanziatore o ad un socio) le seguenti informazioni:
FONTI:
Predominanza di fonti:
  • interne (da gestione reddituale, è la situazione auspicabile)
  • esterne di CP (flussi finanziari generati da aumenti di capitale sociale)
  • esterne di Capitale di Debito (azienda in espansione)
  • da dismissioni (tipico di imprese che rinnovano o che contraggono l’attività)
IMPIEGHI:
Predominanza di:
  • Investimenti in immobilizzazioni (aziende in sviluppo)
  • Concessioni di prestiti (aziende capogruppo che finanziano controllate o collegate)
  • Rimborsi di prestiti (l’azienda usa le risorse per rimborsare i debiti)
  • Diminuzioni di PN (vanno via molti soci o azionisti)
(segue...)

martedì 26 ottobre 2010

On-line le slides sul Budget Finanziario.

Sono on-line le slides relative al mio intervento sul Budget Finanziario e Crisi d'impresa in occasione del Seminario organizzato dalla Commissione Consulenza Aziendale dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Ragusa, tenutosi il 21 ottobre 2010, dal titolo "Crisi aziendale. Controllo di gestione: uno strumento per affrontare la crisi?".

giovedì 21 ottobre 2010

Pianificazione Finanziaria: il prospetto di Cash Flow (o Rendiconto Finanziario).

La ricostruzione del flusso generato dalla gestione reddituale (Cash flow da CE) è solo UNA misura dell'autofinanziamento aziendale e il documento che evidenzia in dettaglio QUALE attività aziendale abbia generato o assorbito liquidità è il prospetto di Cash Flow o Rendiconto Finanziario (preventivo).
Con il prospetto di C.F. della variazioni di liquidità, inoltre, è possibile giungere a determinare anche l’importo delle liquidità di cassa alla fine del periodo di piano.
Esistono più configurazioni  di Rendiconto Finanziario (R.F. delle variazioni di CCN e R.F. delle variazioni di liquidità) e più modi per determinare l’ammontare del flusso di cassa generato dalla gestione reddituale.



Il Flusso di cassa operativo (C.) è una misura dell’autofinanziamento al netto di movimenti nel CCNO, nell’Attivo Immobilizzato e nel Passivo.

È quindi l'elemento cardine con cui si separa la gestione d'azienda ed il finanziamento della stessa.

Il Flusso di cassa netto di periodo è il totale dei flussi di cassa generati dall'impresa nel suo complesso, mentre il Cash Flow Operativo è l'insieme dei flussi di cassa (cioè della liquidità) generati dalla sola gestione tipica (o operativa).

Il modo più semplice di elaborare un Prospetto di Cash Flow è quello di partire dall’Utile prima delle imposte (EBIT, tratto dal CE previsionale) e rettificare e integrare questo valore con i costi e ricavi NON MONETARI, ottenendo il Cash Flow da Conto Economico:

+ Reddito d’esercizio

- Costi “non monetari” 
(quota d’ammortamento, quota d’accantonamento ai fondi svalutazione di elementi patrimoniali e svalutazioni di elementi patrimoniali, …)

+ Ricavi “non monetari”
(rivalutazione di cespiti iscritti nel CE, utilizzo di riserve rilevate nel CE, plusvalenze, …)

A partire dal Cash Flow da Conto Economico si effettuano ulteriori integrazioni e rettifiche per tenere conto delle variazioni che avvengono nel Capitale Circolante Netto Operativo (CCNO).
L’aumento di un’attività operativa diversa dalla cassa (crediti) va considerata come una diminuzione della liquidità, per cui va sottratta al valore del flusso di cassa operativo.

L’aumento di una passività operativa diversa dalla cassa (debiti) va considerata come un aumento della liquidità, per cui va aggiunta al valore del flusso di cassa operativo
L'acquisto di un’immobilizzazione tecnica genera un decremento della liquidità, la cessione un’entrata.
Il flusso di cassa per attività di investimento, sommato al flusso di cassa monetario dell’attività operativa d’esercizio (creatosi nella gestione corrente) genera il Flusso di Cassa Operativo.

L'accensione di debiti finanziari (a breve e/o a medio/lungo termine) genera un’entrata di cassa mentre la restituzione genera un’uscita di cassa.
L'aumento di capitale genera un’entrata (limitatamente alla quota di capitale effettivamente versata), mentre la distribuzione di dividendi un’uscita.

Gli interessi attivi e passivi – che hanno contribuito alla formazione del reddito di esercizio – sono stati già considerati una componente del flusso di cassa della attività operativa d’esercizio (gestione corrente)

(Segue...)

lunedì 18 ottobre 2010

Pianificazione Finanziaria: il prospetto Impieghi e Fonti.

Iniziamo a vedere la "Pianificazione Finanziaria".
La P.F. permette di:

  • Ottimizzare nel m/l periodo l’assetto della struttura finanziaria, riducendo il rischio di una condizione di squilibrio finanziario.
  • Supportare il decision making aziendale in qualsiasi fase o processo aziendale (crescita, consolidamento, riposizionamento, ecc.).
  • Dialogare in modo più efficace e mirato con i diversi soggetti finanziari esterni (banche, clienti, fornitori, investitori in capitale di rischio…).
  • Adottare un modello di gestione “anticipata” della dinamica finanziaria.
  • Formalizzare gli obiettivi aziendali per la loro condivisione all’interno dell’organizzazione e per il miglioramento/misurazione della performance.
  • Analizzare la sostenibilità finanziaria di iniziative di investimento.
  • Studiare le diverse modalità di copertura del capitale investito.
  • Determinare la capacità di un’azienda di creare liquidità, mostrando anche quali attività abbiano assorbito o abbiano generato liquidità.
Viene rappresentata attraverso 2 prospetti:
  • Prospetto Impieghi e Fonti
  • Prospetto di Cash Flow o Rendiconto Finanziario
Il prospetto Impieghi e Fonti

La costruzione del Budget (che si materializza nel relativo prospetto) degli Impieghi e delle Fonti si articola nelle seguenti fasi:
  • conoscenza (o ipotesi) dello Stato Patrimoniale di inizio periodo;
  • previsioni di Conto Economico (per gli anni oggetto di previsione);
  • ipotesi condizioni di incasso/pagamento;
  • ipotesi di movimenti finanziari cash (investimenti, disinvestimenti, liquidazioni, ecc.);
  • determinazione del fabbisogno netto da coprire (IMPIEGHI) che l’impresa dovrà realizzare
  • individuazione delle modalità di copertura (FONTI) su cui l’impresa potrà contare
  • verifica della fattibilità delle opzioni finanziarie prescelte (revisione iterativa)
  • redazione del Prospetto degli Impieghi e delle Fonti


    Dove gli IMPIEGHI (investimenti) sono:
    1. Investimenti in capitale fisso (cioè aumenti del capitale fisso rispetto a quello esistente all’inizio dell’anno)
    2. Investimenti in capitale circolante (cioè incrementi delle scorte di magazzino, dei crediti v/clienti, ecc)
    3. Rimborso di debiti preesistenti (a breve o a lungo termine)
    4. Rimborso di capitale proprio e pagamento di utile ai soci
    e le FONTI (finanziamenti) sono:
    1. Flusso generato dalla gestione reddituale (autofinanziamento)
    2. Apporti di capitale proprio
    3. Finanziamenti mediante capitale di credito
    4. Disinvestimenti di capitale fisso o circolante
    (Segue...)

    lunedì 11 ottobre 2010

    Pianificazione Finanziaria e Gestione di Tesoreria.

    L'attività di “Pianificazione finanziaria” in senso stretto e quella di “Gestione di Tesoreria” (detta anche “Pianificazione finanziaria a breve”) possiedono in ambito aziendale autonomia ed utilità propri e presentano diversi:
    • obiettivi
    • logiche
    • ruoli delle funzioni aziendali interessate
    • strumenti di rappresentazione
    Confondere i 2 ambiti rischia di generare i seguenti (ricorrenti) problemi:
    • confusione circa i ruoli delle funzioni aziendali interessate;
    • incoerenza tra le risultanze del piano e del programma riferite allo stesso periodo di tempo:  deve essere possibile la riconciliazione, non la ricerca della concordanza delle cifre, concettualmente impossibile.
    Vediamo schematicamente le principali differenze tra Pianificazione Finanziaria e Gestione di Tesoreria:




    Approfondiamo separatamente i 2 aspetti.

    (Segue...)