lunedì 29 novembre 2010

L'emissione di assegno senza provvista.

Nell'ambito dell'attività d'impresa, è esperienza frequente quella di rilasciare a pagamento un assegno con "preghiera" di scambiarlo dopo una certa data. In un mondo di agnostici e atei, capita spesso che la preghiera resti inaudita e che il portatore si presenti in banca a scambiarlo, spesso anche con un largo sorriso, o che l'assegno finisca per essere portato all'incasso per un disguido qualunque, innocente quanto grave.

Sia chiaro che l'assegno è sempre pagabile a vista e che rilasciare un assegno con data in bianco o postdatarlo costituisce una forma di evasione dell'imposta di bollo che altrimenti andrebbe apposta alla cambiale, lo strumento vocato a queste forme di pagamento dilazionate. Però nella prassi commerciale accade di rilasciare assegni postdatati, che sono formalmente "irregolari".

Cosa accade nel caso in cui l'assegno presentato per il pagamento entro il termine utile sia senza provvista, cioè non sia coperto perché sul conto mancano le somme necessarie affinché la banca effettui il pagamento?

Beh, innanzitutto si incorre in un illecito amministrativo puntito dalla legge con sanzioni amministrative e con la c.d. "revoca di sistema", ai sensi della L.386/90 (modificata dal D.Lgsl 507/99). Le sanzioni pecuniarie variano da € 516 a € 3.099 e si incrementano nel caso di importo facciale superiore a a € 10.329 o di reiterazione. La stessa inosservanza della sanzioni amministrative può essere punita con la reclusione.

Le suddette sanzioni possono essere evitate con il c.d. "pagamento tardivo", che comunque costituisce un aggravio di costi per l'emittente. Parleremo del pagamento tardivo in un successivo post.

Un'ulteriore conseguenza può essere il protesto, che si ha quando viene accertato con atto pubblico il mancato pagamento dell'assegno e ne viene data pubblicità con la pubblicazione sul bollettino dei protesti. Il risultare protestati non è la cosa più divertente del mondo, perché si hanno une serie di conseguenze nei confronti di finanziatori, fornitori e, a volte, clienti. Approfondiremo il protesto in un successivo post.

Oltre alle sanzioni pecuniarie, in caso di particolare gravità dell'illecito o di importi elevati dell'assegno, il Prefetto può infliggere altre sanzioni che comportano il divieto di emettere altri assegni bancari per un periodo non inferiore a due anni (in casi ancora più gravi si può anche giungere all'interdizione dall'esercizio di attività professionale o imprenditoriale, interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imrepse, incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione).

Nel prossimo post vedremo in cosa consiste la c.d. Revoca di Sistema, altra meraviglia amministrativa che non risulta tra le più divertenti.

martedì 23 novembre 2010

Prorogati di 30 giorni i termini del bando "Attività portuali"

Quindi la scadenza prevista per il 13 novembre slitta al 13 dicembre.

Il motivo è il solito ultimomomentismo con cui sono stati forniti necessari chiarimenti sulle fidejussioni.

Del bando "Turismo" revocato per la eccessiva fallacia del bando stesso nessuna nuova.

Bisognerebbe avere una pazienza Zen...

mercoledì 3 novembre 2010

Crisi aziendale: il corretto approccio alla sua soluzione

Sono tempi duri per le imprese, questi. Molte imprese sperimentano difficoltà momentanee, ma moltissime sono cronicamente in stato di tensione finanziaria.

Lo stadio più grave della crisi, dal punto di vista finanziario, è l’INSOLVENZA (deficit finanziario), cioè l’incapacità ad adempiere regolarmente le obbligazioni contratte nell’esercizio dell’impresa.

La IRREVERSIBILITA’ o cronicità della crisi d’insolvenza comporta presto il DISSESTO (deficit patrimoniale), cioè uno stato di declino reddituale e crisi finanziaria ai quali si somma una condizione di incapienza delle attività patrimoniali rispetto alle passività contratte per finanziare l’esercizio dell’impresa.
Se l’azienda si trova in una situazione di carenza cronica di liquidità dovuta a un utile operativo troppo basso, ulteriore indebitamento bancario non farà che peggiorare la situazione, spostando solo nel tempo i problemi.

Possiamo identificare 2 tipi di CRISI:

1) Crisi economica

Questa può essere congiunturale e circoscritta o strutturale, e dovuta alle seguenti cause:

  • Obsolescenza del prodotto/servizio
  • Inefficienze gestionali delle varie aree (produttiva, commerciale, amministrativa, …), con eccesso di costi fissi, di oneri finanziari, ricavi inferiori al costo diretto del venduto
  • Rigidità della struttura produttiva
  • Carenza di programmazione/innovazione (perdita di competitività dovuta a al prodotto e al mancato aggiornamento tecnologico)
  • Diminuzione improvvisa della domanda (crisi economica o crisi di prodotto)

2) Crisi finanziaria-patrimoniale

Questo tipo di crisi è caratterizzato da:

  • Squilibrio della struttura delle fonti e degli impieghi
  • Eccesso di dipendenza dal capitale di terzi (sproporzione tra capitale proprio e capitale di terzi)
  • Eccesso di indebitamento rispetto ai flussi finanziari dell’impresa 

Come ci si comporta in caso ci si accorga che la nostra impresa naviga in acque finanziariamente basse, preludio di una crisi?

Quello che segue è, sinteticamente, il corretto percorso per uscire dalle secche di una crisi finanziaria.

1) Analisi di bilancio per margini ed indici ed analisi dei flussi di cassa degli ultimi 3 bilanci
2) Individuazione della cause che hanno portato al disequilibrio
3) Individuazione di strategie di breve termine e gestione delle “urgenze” finanziarie:

  • mantenimento del livello di fatturato
  • contenimento e ristrutturazione dei costi fissi e variabili
  • gestione clienti morosi (recupero di crediti già scaduti o in contenzioso)
  • rinegoziazioni del debito v/fornitori e delle condizioni di pagamento per i nuovi acquisti
  • richiesta di maggior disponibilità alla banca
  • sblocco di riserve non strategiche, …
  • operazioni di anticipo dei crediti verso clienti mediante operazioni di sconto, factoring,…
  • ottimizzazione e riduzione delle scorte e di messa a punto del prodotto (revisione del ciclo di magazzino e di produzione)
  • consolidamento  dell’esposizione a breve termine con l’accensione di mutui a medio termine dalle rate sostenibili

4) Individuazione di strategie di M/L termine

  • Previsioni sull’evoluzione del mercato
  • Decisioni su ristrutturazione o rilancio
  • Budget delle vendite e CE previsionale a 3-5 anni
  • Determinazione e copertura del fabbisogno finanziario
  • Studio di piani di ammortamento per eventuale ulteriore indebitamento

5)  Copertura del fabbisogno finanziario (banche, soci, ecc.). Solo in questa fase, avendo chiarito cause, prospettive e sostenibilità delle soluzioni, potremo fare le corrette scelte operative di risanamento.

In bocca al lupo!